Il caso

Nucleare, Rondissone vuole due milioni di euro

Al centro della disputa le compensazioni legate al Fondo Scanzano e alla vicinanza con il sito di Saluggia.

Nucleare, Rondissone vuole due milioni di euro
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La pratica giudiziale tra il CIPESS, vale a dire Consiglio Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (ex CIPE) e più comuni italiani tra cui Rondissone, in merito alla richiesta della restituzione di parte dei Fondi Scanzano (fondi di compensazione nucleare), va avanti.

Nucleare, Rondissone vuole due milioni di euro

«Il comune di Rondissone - spiega il sindaco Antonio Magnone - ha intrapreso questo percorso già dal 9 giugno 2020 con l’atto di diffida e messa in mora indirizzata alla Presidenza del Consiglio, al Ministero dell’Economia e Finanze, e al comitato CIPE per la richiesta dell’assegnazione del totale contributo spettante – e non solo del 30% come avviene in data odierna - al fine di interrompere i termini di prescrizione per il recupero del credito.  A tale atto, dopo una serie di contatti con i ministeri e di speranze per un accordo di transazione, visto il susseguirsi di diversi governi, nell’agosto 2022 si è dovuto obbligatoriamente procedere con l’atto di citazione incaricando uno studio legale del settore, studio di Roma che ha già ottenuto sentenze favorevoli sul medesimo argomento assistendo in giudizio i comuni di Trino, Saluggia, Caorso, Ispra, Piacenza e molti altri comuni, sia in primo grado che in corte di appello, vincendo tutte le cause».

In attesa della sentenza

«Nella fattispecie - entra nello specifico il primo cittadino - la citazione per il comune di Rondissone chiede esplicitamente il risarcimento della quota spettante a partire dall’anno 2008 (deliberazione CIPE nr. 61/2011 – primo anno possibile a seguito dell’atto di messa in mora) al 2020. La somma richiesta dal comune di Rondissone è stata di 2.177.989,10 euro. Nel mese di gennaio lo studio legale di Roma ha depositato le memorie nei termini previsti. Non sappiamo ancora quando potrà essere emessa la sentenza del tribunale ordinario di Roma, ma siamo molto fiduciosi in quanto vi sono sentenze favorevoli sull’identico argomento a partire dal 2016. Ad oggi stiamo discutendo, e per fare ciò ci confronteremo con gli altri nove comuni che fanno parte della stessa nostra citazione, di verificare se sia opportuno proseguire nuovamente in giudizio con gli anni successivi, dal 2021 ad oggi. Il condizionale è d’obbligo perché in caso di giudizio positivo della pratica in corso, si potrebbe riaprire un discorso di accordo consensuale con il Ministero al fine di evitare cause inutili e tempi biblici per ottenere quanto previsto dalla legge in vigore».

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