Nuovo inceneritore, i Comuni scrivono a Cirio per dire No all'impianto
L'Amministrazione del paese del Basso Biellese ha avviato un tavolo di confronto con alcuni professionisti in ambito amministrativo, giuridico, scientifico ed urbanistico così da poter esprimere un giudizio non solo politico ma anche tecnico.
Oggi, venerdì 17 settembre 2021, una trentina di Comuni hanno scritto alla Regione Piemonte per dire no alla costruzione di un nuovo inceneritore a Cavaglià.
Nuovo inceneritore, i Comuni scrivono a Cirio per dire No all'impianto
Oggi, venerdì 17 settembre 2021, una trentina di Comuni compresi nel raggio di una ventina di km attorno al sito ipotizzato dalla Società A2A per la costruzione di un nuovo inceneritore a Cavaglià, hanno sottoscritto ed inviato una lettera al Presidente della Regione Piemonte – Alberto Cirio, all’Assessore regionale all’ambiente – Matteo Marnati e ai Presidenti delle Province di Biella – Gianluca Foglia Barbisin e di Vercelli – Eraldo Botta, per indicare il loro dissenso politico ancor prima che tecnico verso l’ipotizzato impianto.
Lo scopo è quello di coinvolgere i Governi di Regione e Province in un’azione a tutela del territorio contro un’opera che potrebbe incidere negativamente ed irrimediabilmente su un’area già gravata da rischi di tipo ambientale.
Il primo passo
Questo è per le Amministrazioni locali dei Comuni Biellesi (Cerrione, Dorzano, Roppolo, Salussola, Viverone e Zimone), Vercellesi (Alice Castello, Balocco, Bianzè, Borgo d’Ale, Buronzo, Carisio, Cigliano, Crova, Livorno Ferraris, Moncrivello, Ronsecco, Salasco, Santhià e Tronzano Vercellese) e Torinesi (Azeglio, Burolo, Cossano Canavese, Maglione, Mazzè, Piverone, Vestignè, Villareggia e Vische), un primo passo in vista di prossime azioni atte a fermare la proposta imprenditoriale presentata, fra l’altro a breve vi sarà una riunione in presenza dei Sindaci.
Fra i 29 comuni firmatari, pressoché la totalità dei centri potenzialmente interessati, al momento non è presente Cavaglià, sul cui territorio verrebbe collocato l'impianto.
L'Amministrazione del paese del Basso Biellese, pur nella consapevolezza degli eventuali rischi, si riserva di assumere una posizione definitiva a breve e a tale scopo ha avviato un tavolo di confronto con alcuni professionisti in ambito amministrativo, giuridico, scientifico ed urbanistico così da poter esprimere un giudizio non solo politico ma anche tecnico.
Il testa della comunicazione
Il testo della lettera inviata al Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’Assessore Regionale all’Ambiente Matteo Marnati nonché al Presidente della Provincia di Vercelli
Eraldo Botta e al Presidente della Provincia di Biella Gianluca Foglia Barbisin:
Lo scorso mese di Luglio è stato presentato un progetto di costruzione di un inceneritore a Cavaglià; visto il possibile impatto ambientale che l’impianto potrebbe creare su un’area
estesa (verosimilmente tra i 20 ed i 30 km di raggio), riteniamo fondamentale coinvolgere le Amministrazioni della nostra Regione così come quelle delle Province di Biella e Vercelli, in un percorso di sensibilizzazione.
Il fulcro della zona interessata è la Valledora, che in linea di massima fa riferimento ai comuni vercellesi di Alice Castello, Borgo d’Ale, Santhià e Tronzano Vercellese a cui si aggiunge il centro biellese di Cavaglià, ambito territoriale su cui grava un alto rischio ambientale, rappresentato dalla presenza di milioni di metri cubi di rifiuti stoccati nelle ex cave di ghiaia presenti in loco.
Dato che è logico pensare che nessun impianto che brucia spazzatura possa escludere un pericolo a priori, affiancare due fattori così rilevanti di rischio sarebbe da irresponsabili.
Quasi tre anni fa la Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo recatasi a visitare l’area, fatto di alta rilevanza politica, nelle sue osservazioni conclusive espresse la necessità di porre particolare attenzione dal punto di vista ambientale all’area. (la petizione in oggetto è la 906/2016).
Raccomandò altresì di elaborare un piano completo e definitivo a livello regionale per la bonifica, il recupero strutturale e la salvaguardia della zona, auspicando l’inclusione della Valledora nel programma strategico nazionale “ambiente e salute” gestito dall’Istituto Superiore di Sanità e finanziato dal Ministero della Salute.
La stessa ASL VC nel 2016 (prot. 33494 del 18/07/2016), in riferimento all’iter di un possibile stoccaggio di rifiuti nell’area, evidenziò proprio un rischio per la salute.
Queste indicazioni sono in netto contrasto con l’ipotesi di un nuovo inceneritore, impianto che con il suo imprescindibile fattore di rischio, concomitante con il reale pericolo già COMUNE DI ALICE CASTELLO - Prot 0006499 del 17/09/2021 Tit 4 Cl 6 Fasc 6 esistente di impianti di stoccaggio rifiuti non in totale sicurezza, andrebbe a costituire una fonte di grave preoccupazione per la salute pubblica.
Non ci troviamo a discutere della bontà tecnica di un progetto e siamo consapevoli del fatto che il Piemonte non è autosufficiente a trattare e smaltire i propri rifiuti, ma a sottolineare come ci sia imprescindibile che la Regione in sinergia con le Province individui “aree idonee” ed “aree inidonee” alla realizzazione di impianti di trattamento rifiuti, al fine di evitare che le scelte ricadano su meri interessi imprenditoriali privati.
Siamo un territorio di piccoli Comuni, l’area di Valledora ha già sulle spalle un grave rischio, aumentarlo ed estenderlo ai centri limitrofi vorrebbe dire compromettere ulteriormente questo territorio dal vista ambientale; se nel recente passato la logistica accattivante della nostra zona ha portato rifiuti da stoccare da tutta Italia, ora è un nostro diritto chiedere che le Istituzioni abbiano il coraggio di identificare aree su cui si realizzare impianti di trattamento rifiuti escludendo il territorio della Valledora già ampiamente compromesso dal punto di vista ambientale.