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Ortensia Marengo, il futuro della scuola

La dirigente Baglieri ha sottolineato come anche lei temesse per l’incolumità di studenti e personale

Ortensia Marengo, il futuro della scuola
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Dopo le manifestazioni in piazza promosse dai genitori dei bambini della scuola dell’infanzia, si torna a parlare, fuori dalle sedi istituzionali, dell’Ortensia Marengo e del suo futuro. Ed è il gruppo Cigliano Futura 2024 a promuovere l’evento come ha spiegato il promotore Giorgio Testore. Assente come già annunciato l’Amministrazione comunale.

Ortensia Marengo, il confronto

Al tavolo hanno scelto di non aderire anche i tecnici coinvolti dalla progettazione ad oggi. Presenti, oltre a Testore, gli ex sindaci Giovanni Corgnati e Anna Rigazio, i capigruppo Bruna Filippi e Flavio Ranalli nonché la dirigente scolastica Rita Baglieri, vero sorpresa della serata. La serata si è aperta, dopo l’introduzione di Testore, con l’avvocato Fabrizio Michelatti che ha approfondito la conoscenza sulla trasparenza nonché l’accesso agli atti: due questioni molto importanti per la vicenda legata alla relazione dello Studio Masera di cui tanti ne parlano ma pochi, pochi eletti, hanno potuto vederla «perché Marchetti sottolinea che occorre che ci sia un interesse diretto, concreto e attuale. E ha ragione dal punto di vista letterale però bisogna capire lo spirito e il significato delle leggi. E’ controproducente fermarsi alla semplice lettura della legge».

La parola ad amministratori ed ex

Poi il via al confronto, sempre moderato, ha visto gli amministratori ed ex dire la loro verità. Tra le parole che più hanno colpito ci sono quelle di Corgnati che ha spiegato «Quella struttura ha avuto la sfortunata di esser nata in un posto non idoneo, durante la costruzione si sono riscontrate criticità del terreno perché c’era una cava (era presente un buco riempito con del materiale non idoneo). Quindi, sono stati messi dei micropali per stabilizzare la parte attraverso una variante che però è stata persa. Ma è essenziale quella variante perché così è diventata regolare».
Documenti spariti? Una domanda alla quale ha risposto Filippi: «Una situazione difficile da comprendere. Tutti i documenti sono stati depositati in Comune da Pissinis. Dei micropali, noi abbiamo tutto perché il materiale è in possesso di Pissinis. Dal Comune hanno richiesto al Genio civile i documenti che dopo essere arrivati sono di nuovo spariti. All’attuale Amministrazione ha sempre sollecitato i lavori».

Ma l’argomento clou è stata la chiusura della scuola imposta con un’ordinanza dal sindaco Marchetti. Filippi e Ranalli, se fossero stati sindaco, avrebbero agito diversamente. La risposta è stata affermativa, naturalmente. «Avrei fatto fare i lavori nella scuola – ha spiegato Filippi – E se l’ufficio tecnico non avesse operato subito, avrei fatto un ordine di servizio. Io volevo bene ai bambini di Cigliano e non li avrei messi in una morsa mortale (c’ero io, i miei nipoti e mia nuora). Ho sempre detto che c’era insicurezza non solo nei giochi».

«Non possiamo avere tutte le nozioni tecniche noi amministratori, ma ci si deve affidare a dei professionisti e se fossi stato eletto avrei avuto la relazione di Audenino, chiedere altre delucidazioni. - spiega Ranalli - Chiedere di spiegare le criticità, ma quali conoscenze abbiamo noi, non del settore, per mettere in discussione ciò che dice un ingegnere. Avremmo dovuto richiedere ulteriori prove, ma la via giusta era partire con il consolidamento della struttura e sistemazione del tetto che ha delle criticità».

L'intervento della dirigente Baglieri

Come detto la vera sorpresa della serata è stata Baglieri: «E’ molto bello avere tutti gli studenti visto che il termine Istituto Comprensivo vuol dire comprendere insieme, nello stesso spazio condividendo. La parte negativa è che si ha qualche aula in meno. I vincoli relativi alla scuola in generale sono state costruite su dei criteri che sono dettati da un decreto del 1975, basate su una logica della didattica trasmissiva. E questo dibattito è stato avviato perché con i fondi del Pnrr perché per la scuola del domani, che è poi la scuola di oggi, le aule dovrebbero esser trasformate in laboratori, aule flessibili, spazi di apprendimento che non deve esser quello tipico a cui siamo stati abituati. La scuola è un ambiente di socializzazione e il piano terra sarebbe potuto essere trasformato in laboratori. A me fa piacere avere i bambini lì perché, a differenza di quanto si diceva, non disturbano i lavori della segreteria, è una gioia sentirli. Una scuola che comprende i tre ordini è bella. Certo, non è tutto perfetto perché non esiste, ma bisogna dire che è una bella scuola, piena di sole, aule belle. Se ci facciamo un giro nelle scuole d’Italia c’è di peggio. La scuola ha ricevuto attacchi ingiusti, anche l’edificio. E’ obiettivamente una bella scuola con aule vivibili. Quando sono andata all’Ortensia Marengo ho provato una paura pazzesca, non dormivo la notte perché io vengo da una zona sismica e una scuola del genere sarebbe stata chiusa da tanto tempo. Quando sono arrivata, ho girato la scuola con sindaco e Rspp. Sinceramente quando sono stata accolta, la collaboratrice mi ha fatto vedere scollamenti, buchi nel terreno. Io ho proibito ai bambini di uscire per giocare perché giostre e panchine erano rotte. C’era un problema di compartimentazione tra cortile e cucina. Se non avessero chiuso la scuola, io avrei iniziato a scrivere. A me quella scuola ha tolto il sonno. Negli ultimi due anni ho subito la chiusura e voglio rimanere equidistante dai due movimenti. Ho accolto con sollievo il fatto che abbiano chiuso la scuola».

La raccolta firme

Naturalmente si è parlato anche della raccolta firme promossa dal Comitato spontaneo. Corgnati ha presentato la petizione: «Chiediamo alle autorità competenti di fare una perizia e se ci dicono di buttarlo giù va bene ma visto che è convinzione di tutti noi che questa è una grossa bufala, di aderire al comitato». Aspetto sottolineato anche da Rigazio perché ritiene che l’abbattimento non sia motivato da quanto ha in mano.

«La raccolta firme è una cosa positiva e sono sicura che l’Amministrazione ha deciso di far quel che vuole e solo la Procura potrà fare questa perizia» ha commentato Filippi.

A chiudere il portavoce Testore: «Io credo che qualsiasi cittadino voglia chiarezza e può avvenire con la nomina di un organo, un gruppo di professionisti che decida periziando questa struttura. Che è esattamente quello che noi come gruppo, che sta lavorando alle elezioni, abbiamo messo nero su bianco il 22 luglio. Noi chiedevamo un incontro pubblico, nominare un perito super partes per stabilire se abbatterla o meno. Vogliamo chiarezza e non lotte politiche se no solito balletto tra chi è d’accordo o meno».

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