Ospedale e territorio, un rapporto sempre più stretto
L'Anestesia e Rianimazione - Terapia del dolore dell’Asl To4, guidata da Carlo Frangioni, ha attivato un servizio di «dialogo» digitale.

Dopo la Cardiologia guidata da Claudio Moretti, anche la struttura complessa di Anestesia e Rianimazione - Terapia del dolore dell’Asl To4, guidata da Carlo Frangioni, ha attivato un servizio di «dialogo» digitale tra l’ospedale e il territorio.
Ospedale e territorio, un rapporto sempre più stretto
«La piattaforma è stata attivata quasi in sordina - spiega Frangioni - e in due mesi abbiamo già effettuato una decina di consulenze. Non sono tantissime, ma nemmeno poche perché hanno indirizzato il percorso terapeutico di quel paziente superando il discorso delle liste d’attesa e abbreviando in modo consistente tutta la “trafila”. Il nostro è un “patto con i medici”, un percorso di consulenza fornita nel giro di pochi minuti.
Noi crediamo molto in questo progetto, e lo stesso vale per i medici di medicina generale. Diciamo che abbiamo messo le basi per il percorso della telemedicina sfruttando una piattaforma già utilizzata da altri specialisti e che sta dando i suoi frutti».
«Con il Comitato Ospedale senza dolore - ha aggiunto Paola Bagnasacco, responsabile dell’ambulatorio di terapia antalgica - già nel 2015 avevamo dato vita ad un progetto, con il Distretto, per unire ospedale e territorio, ma non avevamo i mezzi che abbiamo ora.
Oggi è stato anche istituito un numero telefonico dedicato, in mano a uno specialista nelle ore di gestione ambulatoriale, e ci siamo già detti disponibili a rispondere ai medici di famiglia nel giro di breve tempo, aiutandoli a trovare soluzioni».
"Cultura avanzata rispetto al nuovo modello sanitario"
«Il valore che sto scoprendo - ha spiegato il direttore generale dell’Asl To4, Luigi Vercellino - è la cultura avanzata dei “nostri” medici rispetto al nuovo modello sanitario: è già presente, e lo sarà ancora di più con necessità di spostare attenzione da ospedale a territorio. Questo è un esempio bello e importante perché tiene insieme tre elementi: programmazione (se devi prenderti carico della cronicità devi programmare i percorsi delle persone, e se sono molto bravo la prevengo); collaborazione tra ambiti sanitari che spesso si parlano a fatica; tecnologia. Se siamo in grado di sfruttarla bene facciamo lavorare più le macchine e risparmiamo tempo in modo che i medici possano esprimere al meglio la loro potenzialità».
«Per una persona che ha un problema di dolore cronico - aggiunge Bagnasacco - l’indicazione è rivolgersi al medico curante. Noi, in ospedale, riusciamo a dar seguito a tutto il percorso per i vari livelli di complessità, e per quello che non possiamo fare ci sono comunque i centri di competenza».
«Un altro aspetto - conclude Frangioni - è quello della telemedicina: in questo momento la Regione sta accelerando su questo (fa parte degli obiettivi del PNRR) e siamo vicini al collaudo della piattaforma stessa. Noi come terapia antalgica ci siamo proposti come fruitori di questo strumento, che riteniamo fondamentale. Parliamo di dolore cronico, quindi possiamo valutare paziente e caregiver nelle case evitando la logistica del trasferimento. Tre i vantaggi: stringiamo la collaborazione con i medici di famiglia, i pazienti non devono spostarsi, riduciamo le liste d’attesa in quanto rimangono più “slot” per le prime visite».