Ospedale KO, la rivolta dei sindacati
Martedì pomeriggio il presidio di Spi Cgil, Cisl e Uil alla presenza del sindaco Claudio Castello: «Forte preoccupazione»
Ogni persona che esce dall’ospedale di Chivasso ha una storia (spesso non bella) da raccontare. E lo fa, a denti stretti, mentre legge il volantino diffuso, nel pomeriggio di ieri, martedì 31 gennaio, dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali del territorio.
Ospedale KO, la rivolta dei sindacati
Tra i presenti, oltre al sindaco Claudio Castello e ai consiglieri comunali Claudia Buo e Giovanni Scinica, Laura Seidita, Ricardino Massa, Lena Nunziante e Pietro Ferrero (Spi Cgil Chivasso e Caluso), Donato Valente e Carmine Belvedere (Uil) e Antonio Terrameo (Uil e Ada - Associazione Diritti Anziani).
«Questa nostra iniziativa - spiegano i promotori che torneranno in via Regis anche nel pomeriggio di mercoledì 1 febbraio - nasce dalla situazione drammatica in cui versa il Pronto Soccorso di Chivasso, situazione che si è aggravata nelle ultime settimane. Il reparto sta esplodendo, e a farne le spese sono i cittadini».
Forti preoccupazioni
E proprio mentre i medici della «territoriale» sono in riunione con il direttore generale dell’Asl Stefano Scarpetta (al centro dell’incontro le dimissioni dei pazienti in strutture anche senza un medico) fa male leggere le dure parole dei sindacati: «Esprimiamo forte preoccupazione per le condizioni in cui versa il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Chivasso, a cui afferisce la popolazione di un ampio territorio in caso di cure urgenti ed essenziali e per le emergenze. Come riportato anche dai tragici fatti di cronaca, che hanno portato all'attenzione di tutti la gravità della situazione ed i rischi a cui si sottopongono le persone assistite che nonostante il grande impegno degli operatori sono costrette ad estenuanti attese in ambienti sovra-affollati, in barella per giorni, con scarso supporto "alberghiero" e pochi contatti con i familiari.
Si evidenzia la necessità di intervenire rapidamente sulle varie condizioni che determinano questa inaccettabile situazione che si sovrappone alle difficoltà ancora in corso per il Covid 19: l'insufficienza del numero di posti letto; la carenza di personale medico e sanitario; l'inadeguatezza della medicina di territorio; la difficoltà di accesso alle prestazioni a causa delle lunghe liste di attesa che determinano spesso la rinuncia alle cure o il ricorso alla sanità privata; le difficoltà di gestione dei pazienti malati cronici anziani non autosufficienti che non hanno adeguate risposte assistenziali a domicilio o attendono il posto in RSA.
SPI -CGIL, FNP -CISL e UILP- UIL di CHIVASSO chiedono all'ASL e al Sindaco di Chivasso di intervenire urgentemente affrontando tutte le questioni a garanzia della tutela della salute e della dignità delle persone».