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Ospedale, la verità secondo Scarpetta

Il Direttore Generale dell’AslTo4 concede un’intervista al nostro giornale toccando i principali temi della Sanità chivassese

Ospedale, la verità secondo Scarpetta
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«Se ho letto le accuse rivolte all’Asl sulla gestione degli accessi al Pronto Soccorso? Segnalo che quello che abbiamo vissuto nelle ultime settimane è il più alto picco influenzale degli ultimi trent’anni».
Stefano Scarpetta, direttore generale dell’Asl To4, sin dal suo insediamento ha centellinato, per non dire evitato, le apparizioni sui giornali. Nessuna intervista, scarni comunicati, un profilo basso in cui tutto era demandato all’ufficio stampa dell’azienda sanitaria.
Questa volta, però, ha accettato di rispondere alle nostre domande.

L'intervista

Dottor Scarpetta, medici e sindacati hanno criticato le mosse dell’Asl in vista della (attesa) ultima epidemia influenzale.
«Nonostante le note difficoltà vissute a livello italiano, non abbiamo avuto gente abbandonata al proprio destino. I pazienti sono stati sempre trattati grazie all’estrema disponibilità e allo sforzo del personale medico».
Gli accessi al Pronto Soccorso sono stati comunque importanti.
«Proprio a Chivasso abbiamo iniziato un’attività per cercare di limitare gli accessi in Pronto. Siamo partiti con un percorso di telemedicina, per quanto riguarda gli elettrocardiogrammi, che riesce ad intercettare gente di Settimo, San Mauro e Brandizzo che non deve recarsi in ospedale. Rispetto ad altri anni la situazione è stata sotto controllo, e ora anche i numeri sono nella norma».

Passiamo ai lavori per il restauro dell’ala storica dell’ospedale. Perché non sono stati previsti posti letto ma solo uffici e ambulatori?

«Tenga conto che, come avevo già spiegato, quelli che possiamo definire “lavori Arcuri” sono stati affidati dall’allora commissario a un’impresa che non abbiamo scelto e che abbiamo monitorato costantemente perché operasse nei tempi previsti. Ci sono stati rallentamenti, trattati con penali, che ci hanno portato ad avere, ora, il completamento del primo blocco (sono andato personalmente venerdì a vederlo) con quattro posti di terapia sub intensiva.
Per quanto riguarda invece il “raddoppio” del Pronto Soccorso e l’apertura dei nuovi posti di terapia intensiva, se non ci sono ulteriori rallentamenti dovrebbero avvenire entro l’estate».

E sui posti letto?

«Il progetto definitivo legato all’ala storica non c’è ancora, e quindi possiamo ragionare su eventuali modifiche. Con i nuovi finanziamenti dei fondi di coesione sociale abbiamo la copertura economica per completare l’opera, ma con tutti gli interventi che abbiamo a livello italiano diventa complesso trovare delle imprese che riescano a completare i lavori con le giuste tempistiche».

I famosi «cento posti letto» dell’Ospedale di Settimo, saranno ancora una valvola di sfogo per Chivasso?

«In realtà sono oltre 200 e funzionano a regime».

Un’altra critica mossa all’AslTo4 è la mancanza di personale.

«E’ vero. E’ un tema molto diffuso, non solo nostro. Rispetto alla dotazione organica ottimale abbiamo circa un 22 - 23% di forza medica in meno, che vuol dire circa 160 - 165 medici. Da quando siamo arrivati abbiamo invertito il trend, però è chiaro che sia una situazione nota a livello nazionale».

Non solo medici, mancano anche infermieri.

«La situazione del comparto è leggermente migliore, ma non abbiamo prospettive entusiasmanti nemmeno da questo punto di vista».

Altro tema discusso è quello del nuovo ingresso dell’ospedale, sulla rotonda di via Regis, che genera code e caos. Avete in mente qualche modifica?

«Non posiamo intervenire su una rotonda che non è di nostra pertinenza. Abbiamo fatto anche delle verifiche tecniche per sfruttare l’area verso l’ingresso vero e proprio, ma ci sono problematiche strutturali. Il passaggio che unisce la rotonda all’ingresso è infatti una zona di impianti impossibile da ricollocare.
Con l’avanzamento delle attività potremo eventualmente ragionare su un doppio ingresso, ma saranno da verificare tutti i percorsi interni».

Va bene, ma qualcuno avrà ben deciso di realizzare l’ingresso in quel punto...

«Guardi, risalire a cose di dieci anni fa è complesso. Chiaro che una valutazione sul doppio ingresso la faremmo».

Se dovesse tranquillizzare sindaci e medici, cosa direbbe?

«Direi che soprattutto per quanto riguarda il personale un trend di inversione di tendenza c’è stato. Arriveremo a trenta primari prima dell’estate, e tra gli ultimi ne abbiamo nominati anche di importanti come quello di ginecologia a Chivasso, che ha permesso alla struttura di trattare anche casi oncologici. Nei prossimi mesi ci saranno anche le nomine dei nuovi direttori di otorinolaringoiatria e chirurgia generale.
Detto questo gli investimenti continuano ad esserci, e la dimostrazione è la struttura davanti all’ingresso di corso Galileo Ferraris che sopita la risonanza “provvisoria”. Quella sostituita aveva 17 anni, e a fine mese verrà installato il nuovo macchinario. Abbiamo anche investito per la gastroenterologia, con esami ERCP che prima non avevamo la strumentazione per poter eseguire.
Il personale del Pronto Soccorso è cresciuto in termine di strutturati, stiamo continuando a lavorare per percorsi e processi.
Poi c’è la partita delle “Case di comunità”, che hanno scadenza per l’apertura nel 2026: stanno procedendo con le tempistiche e sono strumenti che dovrebbero gestire l’attività territoriale. Da qui al 2026 l’ipotizzato problema del personale speriamo sia risolto».

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