Il caso

Panino a pranzo, il regolamento non c’è: salvi i morosi

Claudia Buo vuole vederci chiaro sia sull'avanzamento del recupero crediti che sul pagamento dei pasti per i "furbetti"

Panino a pranzo, il regolamento non c’è: salvi i morosi

Annunciato in pompa magna dal sindaco Claudio Castello e dall’assessore Gianluca Vitale, il «giro di vite» contro i furbetti della mensa che avrebbe dovuto portare al famoso «panino da casa» per i morosi, rischia di trasformarsi in un boomerang (almeno dal punto di vista dell’immagine) per l’Amministrazione Comunale.

Panino a pranzo, il regolamento non c’è: salvi i morosi

Ad oggi, infatti, tra una proroga e l’altra i figli dei morosi continuano beatamente a frequentare la mensa scolastica, mentre altri «più furbi» si sono limitati a coprire il buco dell’ultimo anno scolastico (pur avendo un debito pregresso molto sostanzioso) per poter così accedere comunque al servizio.
Un escamotage che, piuttosto che mettere all’angolo i furbetti, ha finito per favorirli.

A peggiorare le cose è che, nonostante le pressioni di Palazzo Santa Chiara, al momento di andare in stampa non risultano provvedimenti delle due dirigenti scolastiche coinvolte, Vincenza Tascone per l’IS «Cosola» e Miriam Scardino per l’IS «Dasso», che dovrebbero varare i regolamenti attuativi (cosa si può mangiare, dove, a chi è demandata la vigilanza…).

L’interrogazione di Buo

Nell’attesa di un poco probabile colpo di scena, anche il consigliere comunale Claudia Buo, di LiberaMente Democratici, ha deciso di vederci chiaro con un’interrogazione.
Scrive Buo: «In occasione dell’interrogazione presentata dalla scrivente lo scorso 30 settembre sulla scelta – a nostro avviso discriminatoria – di gestire il tempo mensa per i figli dei così definiti dall’Amministrazione “furbetti”, in aula il sindaco ha ribadito che l’esclusione dal servizio e il “pasto domestico” sarebbero misure educative e non discriminatorie.
Con la Deliberazione di Giunta numero 215/2025 è stata nuovamente prorogata la deroga che ammette alunni con pendenze pregresse al servizio mensa e che quindi, di fatto, alunni non iscrivibili al servizio stanno mangiando regolarmente a scuola.
Ritenendo che tale contraddizione imponga trasparenza immediata, chiediamo al sindaco: quanti alunni, alla data di protocollazione della presente, non risultano iscrivibili per pendenze relative all’a.s. 2024/2025 e stanno comunque usufruendo del pasto in forza della deroga; a quanto ammonta il valore dei pasti erogati in deroga dall’inizio dell’anno scolastico ad oggi (indicare costo unitario applicato e totale)».

E ancora: «Chi paga tali pasti? Il Comune (quindi l’intera collettività)? Il Sindaco mediante rinuncia a parte dell’indennità? In assenza di iscrizione, si chiede di indicare su quale base giuridica si intenderebbe eventualmente richiedere il pagamento alle famiglie, peraltro già morose».
In conclusione, Buo chiede lumi sullo stato di avanzamento del recupero crediti: «In particolare, quanti alunni risultano iscritti al servizio per l’anno scolastico 2025/2026 pur avendo arretrati anteriori al 2024/2025 non pagati».

L’ultima proroga

Una nuova proroga era stata concessa, martedì 14 ottobre, «Al fine di agevolare la gestione del servizio in un’ottica inclusiva e di collaborazione istituzionale, garantendo agli alunni coinvolti la continuità e il diritto alla mensa scolastica anche in presenza di pendenze pregresse. A tal proposito si invitano i genitori che non risultano in regola con i versamenti relativi all’A.S. 2024/2025 a presentare apposita istanza alle Direzioni Scolastiche di competenza per l’applicazione delle modalità alternative al servizio di ristorazione scolastica prevista dalle stesse. Si auspica pertanto un tempestivo e sollecito riscontro da parte delle Direzioni Scolastiche, con ‘indicazione delle modalità organizzative previste per l’ammissione al servizio mensa degli alunni con pendenze pregresse».
A questo punto, quanto si dovrà ancora aspettare prima che il giro di vite non si trasformi in una «vite senza fine»?