Parcheggi liberi addio: Castello fa cassa sulla pelle dei lavoratori
Sempre meno gli stalli bianchi alle porte del centro, trasformati in zona disco con la scusa di dissuadere i residenti dall’usarli
Prima il taglio degli abbonamenti agevolati per i lavoratori, poi (poche settimane fa) l’aumento degli stessi e della sosta sulle strisce blu, infine la trasformazione in zona disco (90 minuti) di una sessantina di posti auto «bianchi» nel piazzale dell’Eurospin, in corso Galileo Ferraris.
Parcheggi liberi addio
Non si ferma la crociata contro gli automobilisti del sindaco Claudio Castello, lo stesso che a fine 2017, come detto, aveva cancellato con un colpo di spugna gli sconti sugli abbonamenti riservati ai dipendenti di negozi e uffici con sede nel centro storico. La motivazione? Non pervenuta, se non l’aumento degli introiti per Gestopark e di conseguenza per le casse comunali.
Ora, l’ultima mossa non vuole assolutamente mettere in discussione il sacrosanto diritto dell’Eurospin di avere posti auto liberi per i propri clienti (è dal maggio 2023 che tentiamo invano di avere copia della convenzione), quanto la scelta del disco orario di 90 minuti (nel lato riservato al discount la sosta ha già da qualche giorno un limite di 90 minuti monitorati dalle telecamere, con multe da 30 euro per chi sgarra), che sarà ufficializzata a breve con un’ordinanza: sulla carta dovrebbe scoraggiare i residenti dal trasformare quei 57 stalli in posti auto privati, in realtà creerà l’ennesimo piazzale vuoto sei giorni su sette (o usato solo dai clienti dell’Eurospin vanificando il concetto di base, ovvero metà piazzale al supermercato e metà alla popolazione - ma anche per questo servirebbe leggere la convenzione), come già accade per l’ex campo Enel o per quello realizzato alle spalle della bocciofila La Tola, utilizzati per poche ore al mattino e solo nei giorni di mercato.
Una soluzione però ci sarebbe, ovvero una zona a disco orario di quattro ore che permetterebbe ai lavoratori (e sono tanti) di parcheggiare in modo lecito senza svenarsi con le strisce blu, recentemente aumentate.
Castello fa cassa sulla pelle dei lavoratori
A meno che la mossa di Castello non sia proprio questa, ovvero costringere gli automobilisti a pagare per parcheggiare in città, forse per compensare una (probabile, abbiamo chiesto i dati anche per questo ma non sono arrivati) diminuzione (o non aumento) degli introiti in seguito agli aumenti di cui sopra.
E sul piatto non può certo essere messo piazzale Libertini, spesso occupato da mezzi pesanti e caravan come nelle ultime settimane.
Per Matteo Doria, di Amo Chivasso e le sue frazioni, «E’ sacrosanto che ci siano i parcheggi a servizio dei supermercati, ma il focus deve essere un altro. La legge prevede che vi sia un adeguato numero di parcheggi “bianchi” in relazione a quelli a pagamento, nelle stesse zone. E per strisce bianche intendo non a disco orario, che pone ulteriori limiti. Ci sono zone in cui la rotazione è necessaria, per esigenze commerciali o di servizi, e poi ci sono le esigenze dei residenti, che non posseggono un garage, o di chi va a lavorare, che non devono essere visti come polli da spennare appena entrano a Chivasso.
E’ evidente che le giunte targate PD che si sono susseguite in questi anni non rispettino questo concetto ma anzi si accaniscano su chiunque viva o circoli in città per fare cassa e poi spendere questi soldi come meglio pare.
Ho richiesto formalmente, con un accesso agli atti, la convenzione del parcheggio Eurospin, ed anche la planimetria della situazione dei parcheggi blu e bianchi in città.
Una volta analizzati i dati, li discuteremo in Consiglio perché ritengo sia un diritto fondamentale poter utilizzare il suolo pubblico senza pagare dazi e gabelle».