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Pecco Bagnaia da piccolo sognava Valentino Rossi

La maestra lo racconta. Così anche gli amici.

Pecco Bagnaia da piccolo sognava Valentino Rossi
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Un dolce e timido sorriso, una folta chioma di capelli castani e una maglietta blu con il numero 36 sul petto. Così appare Francesco Bagnaia in una foto di classe quando frequentava la scuola primaria a Chivasso. Quel numero sul petto, un segno del destino perché poi quei due numeri nel tempo si sono invertiti per diventare il 63 che oggi tutti conoscono sul petto di Pecco durante le gara di Moto Gp.

Pecco Bagnaia da piccolo sognava Valentino Rossi

Ed è proprio Raffaella Bellone, l’insegnante di quegli anni che ci fa conoscere meglio quel timido bambino che oggi è un affermato pilota della Ducati: «Pecco o come preferivo chiamarlo io, Francesco perché il nome per intero mi piaceva di più, era un bambino molto buono e socievole. Ha sempre saputo rapportarsi con i compagni in modo pacato, mai “sopra le righe” soprattutto in situazioni di non accordo, come a volte capita tra bambini. Era sempre pronto a collaborare o ad aiutare costruttivamente.
Anche con le insegnanti, sapeva rivolgersi con fiducia e sapeva stabilire un buon rapporto.
Mi ricordo che in seconda elementare, un giorno durante l’intervallo, mentre chiacchieravo con lui ed altri bambini, mi disse: “Sai, il mio sogno sarebbe entrare a far parte della squadra di Valentino Rossi”.
Mi aveva colpito moltissimo questo suo desiderio, considerando che a 7 anni di solito i bambini desiderano soprattutto ricevere giochi di ogni genere.
Ancora oggi quando vedo o sento dei suoi meravigliosi traguardi, mi ritorna in mente quella frase e penso che dopotutto è vero: se si crede nei sogni e si è capaci, come ha fatto lui di impegnarsi con determinazione e sacrificio si possono realizzare. Che dire: “Buon vento Francesco”. Un bell’esempio per tutti quei bambini o ragazzi che hanno un sogno e che volgendo lo sguardo a lui sanno che i sogni possono realizzarsi, sempre con rispetto ed onestà».

L'ex compagna Chiara

La sua ex compagna delle scuole elementari Chiara Varuzza e oggi sua grande fan ha ricevuto la visita inaspettata di Pecco: «E’ stata una grande sorpresa per me e di questo ringrazio Domizia che è sempre molto carina e si è prodigata per organizzare questo incontro tra me e il suo fidanzato Pecco. Seguo le sue gare e mi appassiona, sono contenta per lui e merita tutto questo successo. Lo ricordo da bambino molto timido e questo aspetto è ancora presente in lui. Non era bravissimo a parlare inglese mentre oggi ha un’ottima preparazione, da fare invidia. Complimenti a Pecco perché è una grande persona e un ottimo professionista, si merita tutto il meglio». La passione per le moto Chiara l’ha ereditata dal papà Gianpiero che afferma: «Ricordo la sua passione per le moto sin da ragazzino e lo seguo da molti anni. La nostra zona non è mai stata una fucina di talenti della due ruote, ma è un appannaggio romagnolo, invece grazie a Pecco abbiamo anche questo aspetto positivo da esaltare. Si merita davvero molto, è un grande pilota e un ragazzo umile».

L'amico Elia

«Lo conosco da quando sono nato, c’è sempre stato - spiega Elia Torasso, amico di Pecco - lui è molto amico di mio fratello Gioele, si sono conosciuti all’asilo in frazione Torassi, che è lo stesso che abbiamo frequentato io, i miei fratelli e anche Carola e Filippo, i fratelli di Pecco. Ricordo i compleanni, i pomeriggi passati a correre e giocare assieme. Lui sempre allegro, pronto a fare scherzi, ma la sue passione erano già le due ruote. Ero piccolo la prima volta che sono andato a vedere una sua gara con le minimoto a Viverone, lì con la tuta, il casco e i guanti mi sembrava già così grande. Con la mia famiglia siamo andati a vedere la sua prima gara al Mugello in Moto3: che emozione! Mio fratello gli aveva fatto da “ombrellina”. Ricordo che nello stesso anno, prima che iniziasse il mondiale, mio fratello con il gruppo storico di amici, gli aveva organizzato una festa a sorpresa come “in bocca al lupo”. Io e Filippo essendo più piccoli sbirciavamo di nascosto dalla porta, ma ci è bastato per vedere la sua felicità. Una felicità dovuta al compimento del primo passo verso il suo sogno. Come non ricordare quella notte magica che è diventato campione del mondo in Moto2: è proprio un campione che ama quello che fa e che ci mette tutto l’impegno e il sacrificio possibili. Il suo sogno gradino per gradino si sta avverando e noi sogniamo con lui».

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