Piemonte in zona gialla
La Regione valuta la mascherina all’aperto già da venerdì 24 dicembre 2021.
La Regione valuta la mascherina all’aperto già da venerdì 24 dicembre 2021. Intanto già è certo che il Piemonte entrerà in zona gialla da lunedì 27 dicembre.
Piemonte in zona gialla
Dai dati del Report settimanale Ministero Salute - Istituto Superiore di Sanità, che verrà validato domani pomeriggio, il Piemonte, alla luce della situazione epidemiologica attuale, che vede oltre all’incidenza in crescita, il superamento della soglia del 10% per le terapie intensive e a breve anche di quella del 15% per i posti letto ordinari - si avvia al passaggio in zona gialla a partire da lunedì 27 dicembre. Domani il presidente della Regione Alberto Cirio incontrerà gli Enti Locali e le Prefetture per valutare la possibilità di anticipare l’uso della mascherina all’aperto, con una ordinanza regionale, già a partire da venerdì 24 dicembre.
“L’80% dei ricoverati nelle nostre terapie intensive riguarda persone non vaccinate e questo, oltre a essere un pericolo per loro stesse, rappresenta un pericolo anche per la collettività, perché priva il sistema di posti letto necessari alla cura di altre patologie e mette a repentaglio il proseguimento di quella quotidianità e socialità che così faticosamente abbiamo riconquistato. Per questo vaccinarsi è fondamentale ora più che mai” sottolineano il presidente Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi.
I vaccinati
Sono 33.555 le persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid comunicate all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle ore 18). A 1.773 è stata somministrata la prima dose, a 2.094 la seconda, a 29.688 la terza.
Dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di 7.724.187 dosi, di cui 3.084.985 come seconde e 1.208.734 come terze, corrispondenti al 97,1% di 7.951,680 finora disponibili in Piemonte.
Oggi sono arrivate 55.100 dosi di Moderna ed una fornitura straordinaria di 105.330 dosi di Pfizer over12.
Omicron, due casi in provincia di Torino
Oggi sono stati individuati in Piemonte altri due casi di variante Omicron, che salgono quindi a 4 in tutto sul territorio regionale.
I casi sono stati confermati attraverso la genotipizzazione eseguita dall’Istituto di Candiolo.
Si tratta di due donne, madre e figlia, conviventi della provincia di Torino. Entrambe vaccinate con due dosi, sono in buone condizioni di salute: la mamma di 55 anni è asintomatica, mentre la figlia di 20 anni è pauci-sintomatica. Entrambe erano risultate positive a un test antigenico rapido e al successivo test molecolare.
“Le evidenze scientifiche attuali confermano che la maggior parte dei tamponi antigenici, e in particolare quelli usati in Piemonte, individuano i casi di positività anche in presenza di variante Omicron - sottolineano il prof. Giovanni Di Perri, responsabile del Dipartimento Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino e la dott.ssa Valeria Ghisetti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia -. Infatti i test antigenici rapidi non individuano la sequenza molecolare relativa alla proteina spike (responsabile dell'identità delle diverse varianti), ma bensì la presenza della proteina nucleocapsidica (proteina N), non coinvolta quest'ultima nelle modificazioni strutturali che caratterizzano le diverse varianti. La velocità nell’individuazione dei casi di contagio è più che mai utile in questo momento di alta circolazione del virus e i test rapidi antigenici danno un contributo importante al sistema di tracciamento. Resta fondamentale, però, il senso di responsabilità di ogni cittadino nel limitare le occasioni di contagio. La prudenza deve continuare a essere la regola guida di ogni nostra azione, oggi più che mai”.
Il Pre-Report settimanale del Ministero della Salute e ISS, della settimana 13-19 dicembre, conferma anche le buone performance del sistema di tracciamento del Piemonte con una media di 3 giorni tra l’inizio dei sintomi e l’esecuzione del tampone per verificare l'eventuale positività al Covid, un tempo ben sotto la soglia massima di 5 giorni che il Ministero indica come ottimale.