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Po, il «polmone verde» della città

Il punto con l’assessore Debernardi sui progetti che interessano la sponda sinistra: «Diventerà un’area naturalistica». Già partiti i lavori

Po, il «polmone verde» della città
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Alcuni alberi saranno (per forza e a malincuore) abbattuti, altri (molti altri) saranno messi a dimora. L’obiettivo: trasformare la sponda sinistra del Po, dal ponte alla confluenza dell’Orco (e non solo) in un immenso polmone verde a servizio della Città.

Po, il «polmone verde» della città

E’ un progetto decisamente ambizioso quello illustrato dall’assessore ai lavori pubblici e all’ambiente Fabrizio Debernardi, che nel suo ufficio di Palazzo Santa Chiara srotola il progetto (redatto da Paolo Delmastro e Gianfranco Guastadini) che sta già cambiando il volto del Sabiuné.
Sul tavolo 350 mila euro, che permetteranno la realizzazione di una serie di percorsi ciclopedonali ad anello di uno, due e cinque chilometri, la messa a dimora di alberi e arbusti e la creazione di un anfiteatro naturale (realizzato con materiali «green») utilizzabile anche dalle scuole.
«I lavori - spiega Debernardi - dovranno essere conclusi o interrotti entro la fine di marzo per non disturbare l’avifauna che nidifica in quel tratto. Successivamente proseguiranno le opere meno “invasive”, come il tracciamento dei sentieri. All’imbocco del rio Orchetto sarà poi realizzato un approdo per le barche. Mi preme poi sottolineare che il Sabiuné non sarà parco urbano ma area naturalistica».

L'intervista

Assessore, possiamo dire che questo è solo l’inizio?

«Il passo successivo sarà “ragionare” con il Parco del Po sull’intera area a sud dell’argine, fino alla confluenza dell’Orco, su una superficie di quasi 585 mila metri quadrati. L’idea è quella di rinaturalizzare l’area riportandola a quella che era la fascia sud della Silva Gerulfia e della Silva Fullicia, antiche foreste che fino all'alto medioevo ricoprivano il Basso Canavese».

Vi sono altri progetti che interessano l’area del Po?

«Sì. Il PNRR ha finanziato con un milione e 150 mila euro un intervento alla confluenza tra Po e Orco, su una superficie di 78 ettari. Prevede la riattivazione di lanche (anche quella a sud dell’isola lato Collina, all’altezza del canale Cimena, in modo da salvaguardare le specie che vi nidificano dall’assalto dei predatori) e la riforestazione naturalistica con alcune specie identificate dal Parco».

E per quanto riguarda l’area ex Buzzi?

«Abbiamo avuto un incontro con l’azienda a Casale la scorsa settimana, e le prospettive sono buone. Buzzi (che non ha mai operato direttamente in quelle strutture) procederà alla bonifica e alla demolizione degli edifici, e il terreno passerà poi in capo al Comune».

Anche se non vi è ancora nulla di definito, è probabile che all’imbocco del Sabiuné sia poi realizzato un «centro visite» gestito dal Parco del Po.

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