Pronto Soccorso, cuore dell’ospedale
Il direttore generale dell’AslTo4, Luigi Vercellino, al lavoro per sistemare i problemi logistici nel limite delle risorse disponibili
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Se è vero che i problemi del Pronto Soccorso di Chivasso sono, per dire, «atavici», è altrettanto vero che ad oggi l’emergenza e accettazione rappresenta per l’AslTo4 una vera e propria spina nel fianco.
Pronto Soccorso, cuore dell’ospedale
«In questo momento - spiega il direttore generale Luigi Vercellino con una premessa che definisce doverosa - il servizio tecnico (a ranghi ridotti) dell’azienda sta lavorando pancia terra sul lato PNRR: le scadenze incombono, e tutti dedicano le proprie forze a cercare di recuperare tempo.
La questione Pronto Soccorso, per limiti fisici e umano, la affronteremo operativamente più avanti».
Partiamo dall’aspetto logistico.
«Sicuramente è un tema (in particolare l’ingresso e la logistica delle ambulanze) che dovremo affrontare. Non ne so tantissimo dal punto tecnico, ma ne so comunque abbastanza da poter dire che ci sono due elementi che dobbiamo considerare: il primo è la collaborazione con il Comune per quanto realizzato fuori dalla nostra proprietà, il secondo è legato ai lavori (molto onerosi) di spostamento dell’impiantistica dall’ingresso dell’ala storica.
Quale sarà l’idea migliore per snellire e rendere più agevole il flusso delle ambulanze la definiranno i tecnici e il dottor Paolo Franzese, direttore del DEA».
L’accesso in rotonda resta un problema strutturale pesante...
«Se la parte storica (lato corso Galileo Ferraris) da questo punto di vista potrà essere una risorsa, la utilizzeremo».
Caso affollamento
In queste settimane si è parlato molto anche di affollamento del Pronto Soccorso.
«E’ un capitolo complesso. I problemi non sono mai all’interno delle mura: l’ospedale ha problemi di flussi, quindi dobbiamo fare un lavoro che definisca (con una analisi) la capacità di assorbimento dei reparti, il rimando a domicilio e la possibilità di ricollocare i pazienti in modo più agevole e più snello. Non bisogna vedere il Pronto Soccorso come una unità a se stante che ha problemi, ma una realtà che riverbera problemi più ampi».
«Il problema - aggiunge Franzese - è relativo alla possibilità di mantenere sempre omogeneo il flusso dei pazienti in entrata e in uscita, evitando che si creino dei colli di bottiglia. Non sempre è una questione di spazi, nel senso che ingrandirli non vuol sempre dire poter offrire un servizio migliore.
Quello che stiamo cercando di fare è ottimizzare le risorse, focalizzandoci nella definizione di tempi brevi per il percorso di cura del paziente: dimissioni, ricovero o appoggio ad una struttura extra ospedaliera.
Noi cerchiamo di fare questi percorso nel più breve tempo possibile, eliminando i tempi d’attesa non efficaci: non serve incrementare il numero di barelle, o gli spazi, se poi la qualità non è quella ottimale. Il rischio è quello di disperdere energie, un discorso che abbiamo già affrontato con il Direttore Generale».
Un possibile aiuto alla gestione dei flussi potrebbe arrivare dalla (sempre ipotetica) apertura di un Pronto Soccorso per i codici bianchi e verdi all’Ospedale di Settimo, richiesto dal sindaco Elena Piastra all’assessore regionale alla sanità Federico Riboldi.
Sono comunque almeno vent’anni che si discute di come ottimizzare il flusso delle ambulanze per chi arriva dalla zona di Torino (quelle in uscita da Settimo e San Mauro potrebbero raggiungere molto più rapidamente il San Giovanni Bosco) ma al momento non c’è ancora nulla a riguardo.
La proposta del Comune
Sfogliando il DUP approvato poche settimane fa dal Consiglio Comunale di Chivasso, si può leggere la proposta del Comune per decongestionare la rotonda di via Regis, ovvero istituire una sosta breve gratuita nel parcheggio dell’ospedale. Il rischio, però, è quello di fare un favore a chi, specialmente il mercoledì, giorno di mercato, utilizza quell’area di sosta per andare a fare le spese in centro.