«Quella strada è provinciale: il Comune non può intervenire»
L’attraversamento della ferrovia rimane un problema che Farinelli ha affrontato con Vercelli
Durante l’ultimo consiglio comunale di Saluggia, la minoranza ha presentato un emendamento per stanziare fondi destinati alla progettazione di una pista ciclabile su un tratto viario ritenuto pericoloso. Tuttavia, dopo un ampio dibattito, l’emendamento è stato ritirato, con l'intervento del sindaco Libero Farinelli che ha espresso una serie di considerazioni critiche sulla proposta.
Emendamento sbagliato
Il sindaco ha spiegato come il principio su cui si basava l’emendamento fosse difficilmente applicabile e non realistico, sottolineando i limiti di un’amministrazione vincolata non solo da risorse economiche ma anche da questioni tecniche e normative. «In sostanza ci dici di gonfiare un’entrata, quindi posso fare tutto. Se basta questo principio, basta gonfiare un’entrata e mi arrivano 500 milioni da quella parte lì, dico che di compensazione nucleare prossimale mi arriva 4milioni e posso fare delle cose. Non è un modo serio di amministrare ed è neanche proponibile con il buon senso».
Nel corso della discussione, Farinelli ha richiamato anche esperienze passate legate alla progettazione di infrastrutture nella stessa area, rivelando la complessità degli interventi. Ha ricordato come, negli Anni Ottanta, un progetto di ampliamento dei ponti si fosse arenato a causa delle limitazioni imposte dalle ferrovie dello Stato.
«Quella strada è provinciale: il Comune non può intervenire»
«Il discorso di fare l’intervento lì è stato fatto negli Anni 85-90, allora ero un giovane apprendista, consigliere, assessore, tramite la provincia era stato finanziato e appaltato, ma il lavoro è stato relegato per via dei limiti sulla viabilità dei treni».
Il sindaco ha anche messo in evidenza le difficoltà attuali, legate sia ai vincoli della proprietà dell’area, che appartiene alla provincia, sia alla mancanza di garanzie sulla fattibilità dell’opera. «Se devo spendere 40.000 euro per fare un progetto, devo avere la certezza che posso realizzare quell’opera. Ora non ce l’ho. Ci sono problemi tecnici, distanze da mantenere rispetto alla ferrovia, vincoli enormi. Non siamo incoscienti, siamo coscienti della pericolosità dei ponti, ma non riusciamo a intervenire».
Farinelli ha poi spiegato come l’amministrazione abbia considerato altre opzioni, come la possibilità di installare un semaforo, ma anche queste si sono rivelate poco praticabili. «Abbiamo quantizzato e valutato con la Provincia di mettere un semaforo, ma sarebbe un disastro, specialmente nell’orario di punta. Abbiamo le mani legate».
Alla fine del suo intervento, il sindaco ha sottolineato la necessità di un approccio realistico e sensato, evidenziando che il tratto in questione, essendo di competenza provinciale, non permette al comune di intervenire direttamente. «Stanziare 40.000 euro per fare uno studio su un’area che non è neanche nostra, perché è provinciale, non ha senso. Al massimo lo fa la Provincia. Se potessimo risolvere il problema, ben venga, ma abbiamo l’incubo che succeda qualcosa e non è semplice».
L’intervento si è concluso con il ritiro dell’emendamento, sancendo di fatto un punto fermo su un tema che rimane centrale nel dibattito sulla sicurezza viaria della comunità.