SICUREZZA

Rischio frane in località Rocca

L’opposizione è preoccupata della situazione, ma Formia rassicura i residenti

Rischio frane in località Rocca

Dopo le recenti precipitazioni, la situazione in località Rocca di Mazzè in direzione della Dora Baltea è peggiorata al punto da spingere la minoranza «Squadra Canavese-Mazzè Futura» a presentare un’interrogazione al Comune per chiedere provvedimenti urgenti.

Rischio frane in località Rocca

«Dopo i forti temporali di maggio – scrive il gruppo guidato da Massimo Stevanella- si sono verificate delle frane in località Rocca dove sono presenti delle abitazioni. Esiste anche una relazione redatta dal geologo Pier Carlo Bocca che comprova i rischi legati al dissesto idrogeologico in quella zona. Chiediamo al Comune di intervenire con la massima urgenza con lavori di messa in sicurezza del territorio per ridurre il rischio di frane».

Formia rassicura i residenti

Non si è fatta attendere la risposta del sindaco Marco Formia: «Questi rischi esistono da sempre. Non vi è alcun pericolo immediato. Non possiamo però escludere che, tra trent’anni o più, si verifichino colate di terreno più gravi. Il nostro Comune applica dei criteri di controllo tramite degli inclinometri, strumenti che rilevano spostamenti anche minimi del terreno. Dal 2014, anno in cui ho iniziato il mio mandato, non sono stati registrati movimenti. Siamo sempre in contatto con i geologi per monitorare l’area».
Formia ha inoltre sottolineato che è stato predisposto un progetto per un bando regionale sul dissesto idrogeologico con l’obiettivo di ottenere i finanziamenti necessari per opere di contenimento. «Non sarà facile – dice Formia – entrare nella graduatoria per realizzare questi interventi che hanno un costo elevato tra i 10 o 15 milioni di euro».

Formia conclude: «L’errore è stato commesso negli Anni Novanta quando si è scelto di ristrutturare abitazioni già presenti su quel versante nonostante la zona fosse classificata come B3 nel piano regolatore, che indica un’elevata probabilità di frane. All’epoca il PAI (Piano di assetto idrogeologico) non era ancora stato redatto. E’ stata la nostra amministrazione ad introdurlo successivamente, evidenziando il potenziale rischio presente nella zona».