intervista

Saltano i fondi alla Bambi, Buo: "I lavori devono esser fatti"

Claudia Buo a tutto tondo dalla Marsan al Cinecittà.

Saltano i fondi alla Bambi, Buo: "I lavori devono esser fatti"
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Claudia Buo a tutto tondo dalla Marsan al Cinecittà. La consigliera espressione di LiberaMente sin da quando è passata in minoranza nel Castello 1 su questi fronti ha sempre fatto sentire la sua voce. E lo fa anche oggi in un’intervista a 360 gradi.

Scuola Marsan

Partiamo dalla Marsan questione di cui lei si è occupata sui banchi della minoranza proponendo se non ricordo male di realizzare lì una casa della salute. Ora c'è l’ipotesi Politecnico cosa ne pensi?

«Ricorda bene, la Casa della Salute è un’idea proposta da LiberaMente, durante un Consiglio Comunale, e dileggiata in quella sede da Sindaco e maggioranza. La immaginavamo al posto dell’ex scuola Marsan perché la struttura, costruita con materiali derivati dell’amianto, rappresenta un rischio per la salute dei cittadini. L’idea era di abbattere un’opera potenzialmente pericolosa, e sostituirla con un’opera a tutela della salute, in una zona della città praticamente priva di servizi e ma facilmente raggiungibile.
Ora è uscita l’ipotesi Politecnico ed è un’ottima notizia, tant’è che abbiamo ritirato un ODG di sollecito all’amministrazione. Mi chiedo soltanto perché tutte le comunicazioni su questo intervento, sia istituzionali che social con i soliti toni trionfalistici, siano state rimosse in tutta fretta. Comunque incrociamo le dita e speriamo per il meglio. Il dato di fatto è però che a distanza di anni, nonostante le promesse, la Marsan è ancora lì».

La Bambi invece...

Sulla Bambi cosa pensa si debba fare adesso che hanno bocciato il finanziamento, considerando che è una scuola a rischio ad ogni temporale?
«Tutto dipenderà dalla considerazione che l’amministrazione dimostrerà di avere nei confronti della scuola. Se la sicurezza sarà una priorità, si troveranno facilmente le risorse per realizzare il progetto. Altrimenti si andrà avanti così, dimostrando che la scuola è un argomento buono solo per la campagna elettorale, e dando così ragione a chi ha deciso di non finanziarlo! Personalmente non avrei dubbi, ed andrei avanti con il progetto, anche accendendo mutui: i soldi impegnati sulla scuola sono un investimento, non un debito.
Comunque speriamo di essere stupiti positivamente».
La notizia oggi è però che Chivasso ha perso 4.400.000 euro di finanziamento per la demolizione e ricostruzione della Bambi, e non è la prima volta: su questa “sfortuna” nell’intercettare finanziamenti qualche domanda i nostri amministratori dovrebbero farsela».

L'asilo nido

Però per l’Aquilone l’amministrazione ha ottenuto un finanziamento di 400.000 euro.
«Siamo molto contenti, però stiamo parlando di un finanziamento di 400.000 euro a fronte di una perdita su altri bandi di 4.400.000: un bilancio un po’ magro, non crede? E non bastano le celebrazioni sui social e sui canali istituzionali, i numeri parlano chiaro.
Certo è che, con le capacità di spesa che ha il Comune di Chivasso, interventi come questo dovrebbero essere all’ordine del giorno. Ricordiamoci che negli ultimi due anni abbiamo accumulato un avanzo di amministrazione di 6.000.000 di euro.
Comunque meglio che niente. Ma Sindaco e Assessore devono darsi subito da fare per chiudere i lavori entro i termini previsti, e non rischiare che alla fine della fiera, il costo dell’intervento ricada poi sui chivassesi».

Altri interventi

Cosa pensa si debba fare per le altre scuole?

«Molte delle nostre scuole sono vecchie, alcune vecchissime, non confortevoli ed energeticamente dei colabrodo. Immaginate quest’anno le bollette, saranno un bagno di sangue.
Nel frattempo le esigenze della società sono cambiate, e fare qualcosa è diventato inderogabile.
L’ideale sarebbe varare un piano ambizioso di sostituzione di tutti i plessi scolastici, per poter dotare i nostri ragazzi di edifici sicuri, confortevoli, moderni.
Sono sicura che la proposta di progettualità di questo tipo sarebbe certamente condivisa da maggioranza e opposizione. E le risorse si troveranno senz’altro».

Cosa ne pensa di legare ogni intervento al PNRR?

«Il PNRR è un formidabile strumento di finanziamento pubblico, e dovrebbe essere utilizzato per opere che si ritengono strategiche per lo sviluppo della città. Non c’è Babbo Natale dietro quei soldi, ma questi dovranno essere in qualche modo restituiti da noi cittadini: occorre quindi un certo rigore nel presentare le richieste, che viceversa verranno impietosamente bocciate.
Vedo anche il rischio di una certa deresponsabilizzazione degli amministratori, che potranno avere un alibi in più “noi avremmo voluto, ma il PNRR…”, un soggetto in più a cui accollare la causa dei propri insuccessi. Insomma molto dipenderà dalla capacità amministrativa di sindaco e giunta.
Ma una cosa è certa: benissimo cercare fondi in Italia ed in Europa, ma legare ogni intervento esclusivamente al PNRR sarebbe un suicidio per la città. Quanto non finanziato a livello europeo, se davvero ritenuto indispensabile dagli amministratori, dovrà comunque essere realizzato con finanziamenti propri, su questo non ci piove. Viceversa vorrà dire che si è guardato al PNRR con ad una mucca da mungere».

L'ex Cinecittà

Deve però riconoscere che per il recupero dell’ex Cinecittà le risorse necessarie per realizzare un nuovo teatro per Chivasso sono arrivate.

«Voglio ricordare che anche il teatro è un argomento rilanciato da LiberaMente quando ancora era in maggioranza.
Sono poi stati necessari un ordine del giorno e un’interrogazione per smuovere la giunta, che solo il mattino del giorno del consiglio comunale, deliberava in tutta fretta l’approvazione di un progetto di intervento di 400 posti, che è proprio ciò di cui una città come Chivasso ha bisogno. Questo è il progetto presentato ai media e raccontato sui social e sui giornali, oggettivamente un bel progetto. Peccato che la stessa giunta, zitta zitta, abbia poi deliberato un progetto diverso, per un teatro da soli 200 posti.
Mi chiedo a cosa possa mai servire una tale struttura, quando il teatrino ha 100 posti, ed il teatro dell’oratorio più di 300.
Magari si soddisferà qualche associazione amica, ma non si cambierà l’offerta di strutture della città. E sarà un costo non indifferente.
Eppure la soluzione, che avevamo prospettato, è a portata di mano, e si chiama Politeama. Semplice, immediatamente fruibile e senz’altro più economica… Troppo economica».

Quindi la sua ricetta quale è? Ha qualche suggerimento?

«Non ho ricette magiche, e neppure voglio dare consigli non richiesti, ma posso dire cosa vorrei per la mia città. Per esempio vorrei tanto che i cantieri durassero anche dopo il giorno delle elezioni, vorrei amministratori impegnati più sulla città e meno su Facebook, vorrei una comunicazione più trasparente e meno reticente, vorrei meno erbacce e più attenzione al decoro della città.
Più impegno e meno campagna elettorale: è chiedere troppo?».

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