Scompare il ponteggio dalla chiesa ma restano 70mila euro di debito
Don Gino Casardi chiede anche un sostegno economico ai fedeli e a tutti gli amici del territorio
Scompare il ponteggio dalla chiesa parrocchiale di Rondissone ma restano 70mila euro di debito.
Scompare il ponteggio dalla chiesa
Come dimenticare quando, un anno fa, il parroco di Rondissone don Gino Casardi (in foto con Assakar) per l’ultima volta, prima dell’inizio dei lavori, ci mostrava la sua chiesa dedicata ai Santissimi Vincenzo e Anastasio. Oggi il sacerdote ci riapre le porte di quella splendida chiesa. Il ponteggio è stato completamente rimosso, così come la rete che garantiva la sicurezza dei fedeli che partecipavano alla Santa Messa. Gli affreschi, presenti sul soffitto dei luoghi di culto, ora sono in sicurezza, non c’è più alcun rischio che l’intonaco si stacchi e cade a terra. Un ottimo successo, un lavoro di squadra frutto però del sacrificio di questo sacerdote che per un anno non ha potuto officiare le Sante Messe in quella che lui definisce una delle chiese più belle del Canavese.
Ci sono 70mila euro di debito
«Ho fatto molti sacrifici in quest’anno, ho seguito ogni giorno i lavori di questa chiesa al freddo - spiega don Gino - ma con costanza e impegno i risultati oggi si vedono. E' vero, c’è ancora molto da fare ma una buona parte di questi interventi è stata realizzata. Rimangono le finiture: i troni dove c’è il tabernacolo, i quattro altari, la Via Crucis e il portone. In questi punti le restauratrici dovranno terminare gli interventi, poi arriverà l’impresa di pulizie e, una volta terminate queste operazioni, torneremo a vivere la nostra chiesa. Un grazie immenso va tutti coloro che hanno operato in questi interventi e in maniera particolare ad Assakar Ibrahim, il maestro che ha garantito il ponteggio e che lo ha smontato proprio lunedì scorso. Un grazie a lui che ha deciso di fare una grande e importante donazione, proprio per questo verrà ricordato nelle preghiere per il suo gesto generoso verso il Don e questa parrocchia. Colgo l’occasione per ringraziare anche tutti parrocchiani che hanno partecipato con le loro offerte a questo restauro. Ringrazio chi ha firmato l'8 per mille alla chiesa cattolica e gli invito a continuare a farlo nei prossimi anni perché proprio da lì siamo partiti per i restauri, senza quei fondi non avremmo fatto nulla. Un grazie al Comune di Rondissone che ha dato il suo contributo e agli amici esterni della parrocchia, amici di Verolengo, Casabianca e Castelrosso: sono stati tutti molto generosi. Oggi però sono qui a chiedere, con carità fraterna, ancora un ultimo aiuto da parte di ognuno di voi, affinché anche l’ultima parte di debiti venga cancellata. Così che i debiti si allontanino per sempre dalla mia casa e dalla mia testa. Di quanto si tratta? 70.000 euro. Questa è la somma necessaria per poter coprire le spese delle restauratrici, dell’intervento di pulizia e degli acquisti necessari perché molte cose dovranno andare al macero. Denaro che serve per terminare le opere del portone, dell’altare di San Francesco, della tinteggiatura della chiesetta Madonia delle Grazie. Mi auguro di poter arrivare a metà di quest'anno per poter pagare tutti coloro che hanno lavorato, come giusto che sia. Sono fiducioso che ogni fedele mi aiuterà ad arrivare a questo obiettivo per farmi vivere sereno e tranquillo».