CRESCENTINO

Sfratti, separazioni, bambini e... allergie: ecco la nuova frontiera dell’abbandono

Il canile Balto cerca volontari: diminuiti i casi di randagismo, ma aumentano in modo esponenziale le rinunce di proprietà

Sfratti, separazioni, bambini e... allergie: ecco la nuova frontiera dell’abbandono
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Appena rieletta alla guida dell’associazione «Diamoci la Zampa», che gestisce il canile «Balto» di Crescentino, Stefania Vescia coordina da sei anni una squadra, molto affiatata, di ventiquattro volontari.

Mancano volontari al canile

Ne servirebbero molti di più, almeno una dozzina per pulire, somministrare pappe e medicine, recuperare i cani che hanno problemi comportamentali, instaurare rapporti con quelli non confidenti e aiutare nella gestione generale della struttura che ha sede nell’ex Ente Risi, in Strada per Casale 1. Persone che abbiano tempo, passione per gli animali e nessuna paura di sporcarsi le mani.

Perché se è vero che il fenomeno del randagismo è pressoché scomparso, con tre o quattro casi l’anno, negli ultimi tempi sono aumentate esponenzialmente le «rinunce di proprietà», seguite a ruota dai sequestri disposti dall’autorità giudiziaria. E così, come se fosse un reso, dopo aver adottato un cane e promesso di amarlo per tutta la vita, persone di ogni tipo bussano per la seconda volta alla porta del canile con motivazioni, o «scuse», che variano ogni volta: separazioni, trasferimenti, bambini, sfratti, allergie improvvise, fughe, comportamenti aggressivi di cani resi tali...

La nuova frontiera dell’abbandono

«Le istituzioni - spiega Stefania - mantengono aperti i canili per lottare contro il randagismo, ma il problema, almeno nelle nostre zone, è chi il cane lo ha voluto, scelto, e poi ha cambiato idea. Riceviamo due o tre telefonate al giorno per rinunce, esemplari giovani e anziani, che si concretizzano in una trentina di cani l’anno gestiti da noi».
Ariel è un cane arrivato dal Sud, con una delle tante «staffette» che attraversano la penisola. Adottata da cucciola in Calabria, è arrivata a Crescentino e 24 ore dopo ha già tentato di scappare. Ritrovata, la sera stessa è stata trovata «impiccata» alla recinzione, che aveva tentato di saltare: da quel momento è in canile.
«Quando adotti al Sud - ancora Stefania - è una roulette russa: è sempre meglio conoscere il cane prima dell’affido, e farsi conoscere come famiglia. Abbiamo seguito un’adozione a Mantova: prima la famiglia è venuta qui, ha trascorso una giornata con il cane, e poi lo abbiamo portato noi nella sua nuova casa».
Toby è uno dei pochi randagi presenti al canile: era stato preso da qualche cacciatore e poi abbandonato perché non adatto alla caccia.
Daisy è figlia di una separazione, ed è stata lasciata in canile dopo la seconda adozione perché piangeva: nessun problema, solo la paura di essere nuovamente abbandonata.
Mark è un cane caccia sbagliato, mentre Muffin girava in un cortile senza mai essere stato accarezzato: ora cerca le coccole, ma deve fidarsi.
Balù, bellissimo cane corso, è la «scusa» di una famiglia: avevano un maschio e una femmina, hanno fatto la cucciolata e dato che Balù non andava d’accordo con gli altri hanno fatto finta di averlo trovato. «Anche per evitare queste situazioni - prosegue Stefania - aiutiamo le famiglie che non hanno la possibilità di sterilizzare i propri cani. Le femmine che escono da qui, poi, non fanno cuccioli».
E ancora i tre vecchietti: Argo, trovato a Verrua dove mangiava la terra, e altri due cani recuperati a Brozolo da una «accumulatrice»: con le porte e le finestre sbarrate, vivevano al buio grattando sul pavimento. Non sapevano cosa fosse l’erba.
Poi ci sono Simba, randagio epilettico, e Morgana, recuperata poco dopo parto ma senza la sua cucciolata.
Milo ha vagato per quattro comuni prima di essere recuperato, mentre Great e Snoop sono due pitbull terrier, fattrice e stallone, adottabili dopo il sequestro in un allevamento abusivo. «Great - spiega Stefania - con le persone è molto carina: è abituata alla museruola di suo, quindi magari la metteva anche durante gli accoppiamenti forzati»
Demon è stato portato al canile, in una situazione disastrata, da un padrone «sfrattato», a cui i volontari avevano già preso dei cuccioli.
Chiunque volesse far parte dell’associazione «Diamoci la zampa» (tutte le informazioni sul sito www.diamocilazampaodv.it) può inviare una mail a info@diamocilazampaodv.it oppure chiamare il numero 349/6322342

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