Sicurezza idrica: il periodo critico è alle porte, serve un «protocollo»
Tutte le forze devono avere gli strumenti per agire in caso di emergenza. Intanto, primo sopralluogo di Debernardi.
Novembre 1994, ottobre 2000, più le infinite notti in cui si è vegliato il Po tra paura e preghiere. Con l’autunno si apre la stagione peggiore dal punto di vista del periodo alluvionale, e mai come oggi (dopo quanto avvenuto nei giorni scorsi nelle Marche e in Liguria) ci si interroga se tutto sia stato fatto dal punto di vista delle prevenzione, e se ogni forza in campo sia pronta, e formata, ad intervenire nel migliore dei modi.
Sicurezza idrica: il periodo critico è alle porte
Novembre 1994, ottobre 2000, più le infinite notti in cui si è vegliato il Po tra paura e preghiere. Con l’autunno si apre la stagione peggiore dal punto di vista del periodo alluvionale, e mai come oggi (dopo quanto avvenuto nei giorni scorsi nelle Marche e in Liguria) ci si interroga se tutto sia stato fatto dal punto di vista delle prevenzione, e se ogni forza in campo sia pronta, e formata, ad intervenire nel migliore dei modi.
L’appello è stato lanciato la scorsa settimana da Camillo Vaj (durante una serata al Rotary con ospite il sindaco Claudio Castello), che da referente dell’associazione «Santa Barbara» ha rimarcato come debba essere «Pianificata la gestione dell’emergenza delle acque. In caso di alluvione il problema sarebbe non da poco, perché a quanto mi risulta non c’è alcuna pianificazione. Il rischio è che chi è chiamato a gestirla, l’emergenza, non sappia dove mettere le mani. L’alluvione l’abbiamo conosciuta un paio di volte, ed è per questo che serve un protocollo “comune” da condividere».
Il sopralluogo
Lunedì, poco prima del Consiglio Comunale, l’assessore Fabrizio Debernardi, accompagnato da un tecnico comunale «memoria storica» della rete idrica cittadina, ha effettuato una serie di sopralluoghi: «Ho monitorato le infrastrutture idrauliche che proteggono da nord ovest la città di Chivasso. Prima di tutto voglio ringraziare per la professionalità e la conoscenza i tecnici che da anni seguono le acque superficiali e queste opere. Ho motivo di credere che la gestione delle acque irrigue nei casi di emergenza idrica a causa di fenomeni piovosi intensi, sia molto presidiata e con più livelli sequenziali di protezione. La roggia Campagna, la roggia San Marco, rio Palazzolo e la derivazione del rio Orchetto sono "pilotate" a partire da Foglizzo, poi Montanaro, poi Pratoregio, alla Chind e di conseguenza in Chivasso. Le opere sono tutte in perfetta efficienza e possono rispondere al meglio nella salvaguardia dei centri abitati. C'è poi la questione fluviale, sulla quale si sta facendo molto, ma questo tema importante lo affronterò a parte».