SALUGGIA

Sogin, i sindacati: «Servono più lavoratori e specializzati»

Pisani, infatti, ha spiegato che l’attività di smantellamento del sito sta procedendo a rilento proprio per ma mancanza di dipendenti

Sogin, i sindacati: «Servono più lavoratori e specializzati»
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«Drammaticamente critica la situazione del personale sul sito di Saluggia»: così la Cgil di Vercelli definisce la situazione del sito nucleare di Sogin, la società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi.

Sogin, i sindacati: «Servono più lavoratori e specializzati»

Proprio di questo problema hanno discusso, giovedì 23 marzo, i sindacati e i vertici di Sogin. Un lungo incontro nel quale c’è stata si un’apertura da parte della società ma che non rispecchia quanto si attendevano i rappresentanti dei lavoratori.

«L’incontro non è andato benissimo perché Sogin è arrivata con qualche apertura – spiega Matteo Pisani della Cgil – Ci hanno comunicato che prevedono implementazione dell’organico con cinque persone. Ma per noi è un numero ridotto rispetto a quello che noi ritenevamo congruo. Basti pensare che oggi nel sito saluggese operano 39 persone ma il piano ne prevederebbe 56. Un delta di 19 unità, insomma. Inoltre, questi lavoratori non sarebbero dei nuovi assunti, magari da ditte esterne che già operano e conoscono il lavoro, ma bensì dipendenti del sito di Bosco Marengo. E, a nostro avviso, ciò non è corretto perché togliendo personale al sito alessandrino, si vanno a creare lì dei disagi. La coperta è corta, sarebbero necessarie delle nuove assunzioni, e soprattutto cinque non è il numero corretto. Quello proposta non può esser una soluzione definitiva, che può dare risposte. Certo è un primo segnale. Ora attendiamo gli incontri del 6 aprile dove noi sindacati discuteremo dei siti di Trino e Bosco Marengo. Solo a quel punto potremmo dare una risposta alla Prefettura dove abbiamo aperto la vertenza. Lì dovremmo decidere se accettare le proposte di Sogin oppure se non approvare la conciliazione, dunque aprire lo stato di agitazione e avviare degli scioperi».

La vertenza

«Con l’apertura della vertenza, Sogin aveva chiuso l’incontro con l’intento di portare soluzioni ai problemi, vale a dire la questione relativa al personale, le tempistiche per le assunzioni nonché il genere di profilo che questi avrebbero dovuto avere (persone effettivamente dedicate alle attività di manutenzione e controllo, dunque operative) per la sicurezza che è l’attività fondamentale ad oggi con lo smantellamento degli impianti, anche se questo, a causa del personale ridotto, sta avvenendo molto lentamente. - spiega ancora Pisani – Il lavoro che viene effettuato a Saluggia, così come negli altri siti è molto delicato. E sui 39 dipendenti, l’80 per cento è operativo, l’altra parte segue gli aspetti amministrativi. Noi chiediamo organico per operare in sicurezza e mantenere la sicurezza sul territorio oltre al procedimento di decommissioning. Inoltre, noi stiamo ancora aspettando il piano industriale che oggi non c’è, dunque mancano le linee guida e gli indirizzi per i siti».

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