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Sono nel Vercellese il 79% delle scorie nucleari

Rimane da trasferire all’Estero la quota residua di barre che attualmente è stoccata presso il Deposito Avogadro di Saluggia

Sono nel Vercellese il 79% delle scorie nucleari
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Il Piemonte è la regione al primo posto in Italia per il quantitativo totale di radioattività, rifiuti radioattivi, sorgenti dismesse e combustibile irraggiato: il 79,30% del totale.

Sono nel Vercellese il 79% delle scorie nucleari

E’ invece al terzo posto in Italia per il volume di rifiuti radioattivi pari a 5.900 metri cubi, dopo il Lazio e la Lombardia. Lo ha detto il ministro all’ambiente Gilberto Picchetto Fratin alla Camera in audizione sullo smaltimento delle scorie nucleari e sull’individuazione delle aree idonee allo sviluppo di impianti per la produzione di energie rinnovabili. Nel suo intervento ha fatto un riferimento anche a Saluggia, nell’ambito della questione relativa al combustibile nucleare esausto inviato dall’Italia ad impianti specializzati all’Estero per il riprocessamento. Il riprocessamento è un processo per recuperare uranio e plutonio dal combustibile esausto ma lascia scorie radioattive da gestire in Italia.

 Rimane da trasferire all’Estero la quota residua di barre che attualmente è stoccata presso il Deposito Avogadro di Saluggia

«Il combustibile esausto - ha detto Fratin - prodotto durante l’esercizio delle centrali nucleari italiane è stato quasi completamente inviato all’estero per il riprocessamento sulla base di accordi stipulati con il Regno Unito e la Francia. Rimane da trasferire all’Estero la quota residua attualmente stoccata presso la piscina del deposito Avogadro di Saluggia. Perché resta questo quantitativo? Perché queste barre saranno le ultime ad essere riprocessate per una ragione tecnica delle strutture francesi: l’accordo c’è già per il loro riprocessamento ma devono arrivare per ultime. Sul punto va precisato che è in corso una redifinizione dell’accordo di Lucca per rimodulare i termini di restituzione del materiale riprocessato e quello ancora da riprocessare». Importante è stata la questione affrontata relativa al futuro deposito per smaltire i rifiuti radioattivi, affiancato da un parco tecnologico per la ricerca. Fratin ha ripercorso l’intero iter dopo aver ricordato che non è arrivata alcuna autocandidatura nonostante le diverse sollecitazioni lanciate dopo che il CNAI ha individuato 51 siti potenzialmente idonei. Da qui, «l’avvio della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che è attualmente in corso». Pichetto ha quindi chiarito che, in assenza di manifestazioni spontanee o se non si dovesse raggiungere un accordo sulle aree, saranno attivati dei Comitati interistituzionali misti Stato-Regioni, come forma ulteriore di sollecitazione alla leale collaborazione, e sarà ricercata l’intesa della Conferenza Unificata. Si passa poi al parere della Commissione tecnica per procedere, infine, all’approvazione definitiva della CNAI. «Sulla base delle stime più recenti fornite dalla Sogin - ha detto Fratin - orientativamente si ritiene che si possa prevedere per il 2029 il rilascio del provvedimento di autorizzazione unica e per il 2039 la messa in esercizio del deposito», la cui realizzazione, insieme all’annesso Parco Tecnologico, è affidata alla Sogin, la società pubblica che si occupa anche della dismissione e messa in sicurezza dei vecchi siti nucleari.