da rondissone

Squillace contro il blocco delle auto diesel Euro 5

L’appello rivolto ai sindaci piemontesi

Squillace contro il blocco delle auto diesel Euro 5
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Il blocco delle auto diesel Euro 5 non lasciano certo in silenzio il capogruppo di minoranza di Rondissone, Barbara Squillace.

Squillace contro il blocco delle auto diesel Euro 5

«Visto che il mio obiettivo – spiega il consigliere - è quello di stare dalla parte dei cittadini, assumendomi sempre le responsabilità delle mie azioni, mi tocca intervenire sul “blocco delle auto diesel Euro 5” deciso dalla Regione Piemonte che trovo veramente vergognoso. Questa imposizione liberticida imposta dall’Europa cagionerebbe un danno incalcolabile per i cittadini e per il tessuto produttivo della nostra città, andando a colpire quei tantissimi cittadini, che non possono permettersi di comprarsi un’auto nuova ogni anno, mentre nessuno parla dell'inquinamento degli aeroplani che sorvolano le nostre città. Gli aerei sono tutti Euro 0. Altrettanto inquinanti. Non si capisce quindi come le varie giunte comunali vogliano bloccare il traffico in centro a Torino e provincia, per contrastare un cosiddetto cambiamento climatico, quando abbiamo una flotta di aerei che bruciano 2500 kg di carburante all'ora di media e se ne volano dai 180 mila ai 200 mila al giorno. Alcune forze politiche stanno già pensando, non solo ad una denuncia in procura, anche alla richiesta di chiusura dell'aeroporto di Caselle e al conseguente blocco degli aerei Euro 0. Ora la regione Piemonte vorrà veramente portare avanti questa follia o rivedere la sua posizione? I sindaci sono stati votati per difendere il loro territorio e soprattutto per difendere i loro concittadini. Per questi motivi chiedo loro di non firmare mai una simile ordinanza restrittiva e anticostituzionale: l’inquinamento dell’atmosfera è un problema reale, ma non si combatte con queste posizioni ideologiche senza basi scientifiche. Il provvedimento politico della Regione e dei comuni nasce dalla procedura di infrazione di Bruxelles per la qualità dell'aria in Pianura Padana. Un pretesto per mettere sotto ricatto ambientale l'Italia produttiva del nord e imporre l'agenda ecologista. La partita di scambio sono i soldi del Pnrr, che se l'Italia non segue i diktat di Bruxelles non vedrebbe erogati. Per cui per ottenere soldi a debito dall'unione europea, le Amministrazioni locali e regionali vendono la pelle dei cittadini dandogli in cambio il divieto di circolare e tutte le amenità di controllo sociale cinese come l'identità digitale, la videosorveglianza. Il giochetto è oramai noto, le Amministrazioni comunali e regionali scaricano la responsabilità sull'Europa con la solita frase "ce lo chiede l'Europa" pur di ricevere fondi da spartirsi in qualche modo, sempre a debito ovviamente, l'Europa prende ordini dalle lobby e legifera secondo l'agenda 2030 espropriando di fatto proprietà immobiliari e veicoli mettendole fuori legge, e i cittadini depredati delle proprietà devono investire nuovi capitali per mettersi a norma, di fatto facendo arricchire le lobby stesse che hanno investito nel settore su cui ha legiferato la burocrazia di Bruxelles. I comuni fanno il lavoro sporco di applicare le direttive dell'Unione Europea con solerzia ed incredibile obbedienza. Un giochino che funziona finché i cittadini obbediscono. Ma che se si mettono realmente di traverso, potrebbe arrivare a fare crollare tutto il castello dell'Unione Europea stessa. al dettaglio. La cosa che indispone ancora di più e che normalmente le peggiori porcate legislative vengono partorite sempre sotto l'ombrellone di agosto, quando i cittadini sono in ferie e distratti dalle vacanze. Porteremo avanti la battaglia, in ogni sede e senza nessun timore ne va della sopravvivenza di tutti noi come entità economica di una Regione».

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