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Strage di Brandizzo, un monumento per ricordare le vittime

In memoria di Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa e Kevin Laganà

Strage di Brandizzo, un monumento per ricordare le vittime
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Verrà realizzato a Brandizzo, in una aiuola nel parcheggio di fianco alla stazione ferroviaria, un monumento in ricordo delle cinque vittime del tremendo incidente sul lavoro avvenuto tra il 30 e il 31 agosto scorso.

Strage di Brandizzo, un monumento per ricordare le vittime

Verrà realizzato a Brandizzo, in una aiuola nel parcheggio di fianco alla stazione ferroviaria, un monumento in ricordo delle cinque vittime del tremendo incidente sul lavoro avvenuto tra il 30 e il 31 agosto scorso.

Si tratta di due pagine di un libro in ricordo degli operai della Sigifer (azienda di Borgovercelli), vale a dire in memoria di Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa e Kevin Laganà.

L'opera verrà realizzata dalla ditta Boglioni di Volpiano che lo regalerà così al Comune di Brandizzo.

La comunità non dimentica

Brandizzo, infatti, da quella tremenda notte non riesce a non pensare a quello che è accaduto passando di fianco alla stazione. Una tragedia immensa che ha lasciato un segno indelebile nei cuori di tutti i brandizzesi così come delle famiglie delle cinque vittime che chiedono, sin dal principio, giustizia.

Intanto, proprio nei giorni scorsi, è stato allestito un piccolo ma significativo albero di Natale con le immagini dei cinque operai.

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L'Alleanza Libera Europea a Brandizzo

Intanto ieri, sabato 16 dicembre, prima di celebrare gli 80 anni della nota "Carta" delle autonomie firmata il 19 dicembre 1943, i dirigenti delle organizzazioni territorialiste della EFA (European Free Alliance - Alleanza Libera Europea) si sono recati a Brandizzo, presso i binari ferroviari, per rendere omaggio ai cinque caduti sul lavoro morti nella notte fra il 30 e il 31 agosto di quest'anno:

Erano operai piemontesi con radici familiari in Sicilia, in Calabria, in Campania. Erano esternalizzati e costretti a lavorare in condizioni precarie. Per Autonomie e Ambiente questi caduti sul lavoro sono da considerarsi vere e proprie vittime del centralismo, che allontana il controllo dei servizi pubblici dai territori, degradandoli e precarizzando il lavoro, creando una realtà ingiusta che è esattamente l'opposto dei valori confederalisti e localisti della Carta di Chivasso.

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