Tassa rifiuti, non c'è pace
L’ex presidente dell’Ascom Campanino attacca il sindaco, e Sinistra Ecologista grida al complotto: «Regie non chiare»

Se la convocazione di un tavolo di confronto per il prossimo 17 giugno sembrava aver smorzato i toni della discussione tra commercianti e Amministrazione Comunale, le parole del sindaco Claudio Castello (riportate su queste colonne sull’edizione del 4 giugno e poi riprese sui social) hanno scatenato un nuovo putiferio.
Tassa rifiuti, non c'è pace
In estrema sintesi, sul tema della TARI il primo cittadino ha dichiarato che «Puntare l’indice contro l’amministrazione comunale o è strumentale o è frutto di ignoranza relativamente ai rincari. Ecco perché abbiamo pensato ad una “Operazione Verità” sulla questione per tutti i cittadini dotati di onestà intellettuale».
A seguire una serie di infografiche sul perché il Comune ha fatto quello che ha fatto.
Apriti cielo.
L'intervento di Campanino
Giovanni Campanino, ex presidente dell’Ascom, non ha usato la punta di fioretto: «Quale Verità? Quale Bugia? Quale Onestà Intellettuale?
Dire che le misure introdotte dall'amministrazione contro l'evasione mirano "esclusivamente" a ridurre i mancati pagamenti è una p***.
Introdurre un regolamento che, a fronte del mancato pagamento di una quota Tari di una cifra superiore ai 500 euro, fa scattare come sanzione la chiusura per 90 giorni di una attività è una manovra che non recupera il mancato introito di una azienda in difficoltà di cassa, ma che sicuramente influisce in modo pesante sulla possibilità di una sua chiusura definitiva, con conseguente perdita del lavoro da parte del titolare ed eventuali dipendenti di quella attività.
Questa è una scelta politica, indicata ma non imposta da norme statali
Esistono altri meccanismi che possono essere applicati per ridurre il mancato introito della Tari, sia per le imprese che per i cittadini, solo che a Chivasso non vengono utilizzati.
Il comune di Torino, per fare un esempio concreto, tramite PEC nel giro di due/tre mesi dal mancato pagamento segnala alle imprese la quota mancante, così da poter in breve tempo permettere loro di riallinearsi, senza trovarsi di fronte ad un forte aumento della quota da pagare a causa di sanzioni ed interessi di mora.
A Chivasso invece le quote non incassate di imprese e cittadini non vengono richieste, passano al recupero crediti (Soget), che ci mette a volte anni per arrivare a richiederle, sia ad imprese che a cittadini.
Anche cinque anni.
Allora, invece che fare campagne sulle bugie, sulla verità e sull'onestà intellettuale, perché non iniziare a lavorare per cambiare questi meccanismi che non funzionano, non sono virtuosi, non permettono di incassare le quote Tari di cittadini ed imprese in tempi brevi e rischiano che il costo della Tari si amplifichi di anno in anno fino a divenire (quasi) insostenibile?».
La parola di Sinistra Ecologista Chivasso
A rincarare la dose, gettando intere taniche di benzina sul fuoco, ci hanno poi pensato il Gruppo Consiliare di Sinistra Ecologista Chivasso (Veronica Davico e assessore Fabrizio Debernardi) e il Circolo Sinistra italiana del Chivassese (segretario Frediano Dutto): per loro, dietro agli attacchi al sindaco e all’amministrazione vi sarebbero «Attacchi plurimi e, a quanto pare, con delle regie non sempre troppo chiare. Il fuoco incrociato sull'amministrazione guidata da Claudio Castello, al suo secondo mandato, si è materializzato in particolare nel corso della seduta di consiglio comunale del 19 maggio scorso. In questa occasione i temi sensibili erano rappresentati dall'aumento della tassa rifiuti e dalla contestazione alle nuove strisce blu in viale Vittorio Veneto, oggetto della presentazione di mozioni da parte della minoranza. In sala, solitamente sconsolatamente semivuota ormai da decenni, una quarantina di commercianti accorsi per contestare le due misure sopracitate. Sull'aumento della Tari, ricordiamo che le tariffe del servizio sono amministrate dall'ARERA (Autorità di regolazione energia reti e ambiente), ed il margine di manovra da parte delle singole amministrazioni è piuttosto risicato. Ciò nonostante, va ricordato che il Comune di Chivasso, per il solo anno in corso, ha stanziato 370 mila euro per agevolazioni Tari in base al reddito ISEE, ed importanti cifre furono impegnate anche gli scorsi anni.
Si è trattato di fare una scelta per venire incontro alle fasce più deboli della società chivassese: strano che Cgil, Cisl e Uil non se ne siano accorte ed abbiano preferito seguire l'onda della contestazione populista, accodandosi alla minoranza che fa capo al centro destra.
Per quanto riguarda la recente estensione delle strisce blu in viale Vittorio Veneto, ricordiamo che, a fronte dei 550 parcheggi realizzati negli ultimi quattro anni, a cui vanno considerati anche gli oltre 1060 stalli "bianchi" nelle sole piazze e parcheggi, Chivasso è sicuramente in linea con le città di analoghe dimensioni.
Chivasso si è dotata da alcuni anni di un "Piano Urbano del Traffico" che, come in altre città mira a liberare gradualmente il traffico veicolare nelle zone centrali, offrendo maggior considerazione e sicurezza a pedoni e ciclisti. Noi crediamo che un'amministrazione possa anche scontentare qualcuno se crede nella bontà delle proprie scelte, e la scelta di allontanare gradualmente le auto dal concentrico ci pare una scelta sensata.
Si poteva fare di più e meglio? Forse si, sicuramente questa amministrazione avrebbe potuto comunicare di più e meglio le scelte che sono state intraprese.
Per tornare all'attuale fase politica, a nostro parere è necessario un ritrovato spirito di unità per proseguire nell'azione amministrativa al fine di rispettare il programma elettorale, e serve una maggiore capacità comunicativa per fare fronte alle provocazioni».
Interviene anche Buo
Alle dichiarazioni di Castello, invece, ha ribattuto Claudia Buo, da tempo spina nel fianco dell’amministrazione Castello: «Il comunicato stampa diffuso dal Sindaco Castello sulla TARI è offensivo dell’intelligenza dei chivassesi e conferma, ancora una volta, l’incapacità di questa maggioranza di affrontare un vero confronto democratico nelle sedi istituzionali. Il Sindaco, infatti, non ha speso una sola parola durante il Consiglio comunale, restando in silenzio di fronte a un’aula gremita di cittadini e commercianti ordinati e pazienti — altro che “regie oscure”, come qualcuno vorrebbe far credere.
Poi, a scoppio ritardato, ha deciso di rispondere con un comunicato autocelebrativo e vittimista, evitando ogni contraddittorio e cercando di trasformare le legittime critiche e domande dell’opposizione e dei cittadini in un attacco orchestrato.
Come abbiamo già avuto modo di dire, durante la discussione sulla TARI si è registrata una presenza di agenti di Polizia Locale ben superiore al normale per un Consiglio comunale. Questi si sono schierati davanti alla platea proprio in apertura di discussione, come a voler contenere i cittadini. Contenere cosa? Famiglie e commercianti preoccupati, che hanno il diritto di ascoltare. Questo episodio ha dimostrato la chiusura totale al dialogo di questa maggioranza.
Sul piano politico, è bene ribadire che, se è vero che ARERA stabilisce le linee guida e che il PEF è predisposto dal Consorzio CB16, è altrettanto vero che la Giunta ha la responsabilità di vigilare, controllare e - se necessario - proporre correttivi. Non è accettabile che Sindaco e Assessori si siano nascosti dietro ARERA o il Consorzio per giustificare aumenti tariffari, senza mai citare un solo articolo di legge che vieti le manovre proposte dall’opposizione.
E mentre Sindaco e maggioranza giocano a scaricabarile, le famiglie e le imprese di Chivasso stanno pagando gli effetti concreti di questa gestione».