Torna l’incubo delle cave e discariche
Gli ambientalisti scrivono al sindaco
Esiste una possibilità di ampliamento delle cave esistenti a Montanaro? E’ questo quanto chiede in una lettera rivolta al sindaco Giovanni Ponchia il Comitato di Difesa Ambientale di Montanaro a seguito della recente approvazione del Prae, il Piano Regionale delle attività estrattive che regola tale attività in Piemonte.
Torna l’incubo delle cave e discariche
Esiste una possibilità di ampliamento delle cave esistenti a Montanaro? E’ questo quanto chiede in una lettera rivolta al sindaco Giovanni Ponchia il Comitato di Difesa Ambientale di Montanaro a seguito della recente approvazione del Prae, il Piano Regionale delle attività estrattive che regola tale attività in Piemonte.
«In questo piano – spiegano i componenti del Comitato Stefania Regis, Luca Rastaldo, Adriano Ruzzante - risulta possibile l’eventuale estensione delle cave già esistenti a est della ferrovia sino alla circonvallazione sud ovest, in direzione del paese. Si tratta delle cave Ronchi, territorio in parte destinato all’attività estrattiva in parte alla coltivazione delle noci. Abbiamo quindi chiesto al Comune se l’approvazione di tale piano possa comportare l’estensione di tale area a scavo e se il sindaco abbia intenzione di presentare le osservazioni al nuovo Piano Regionale delle attività estrattive. Non abbiamo ancora ricevuto risposta. Il Comitato di Difesa Ambientale provvederà a presentare le osservazioni entro il 20 febbraio perché siamo contrari a quanto indicato nel piano che comporterebbe ulteriore consumo del suolo».
Il nuovo bacino di laminazione
Anche riguardo questa questione, torna alla ribalta il nuovo bacino di laminazione del rio Fossasso. «Nel Prae - proseguono gli ambientalisti - compare potenzialmente destinabile all’attività estrattiva pure il terreno scelto per il bacino. Il sindaco ci dovrebbe spiegare il motivo visto che l’Amministrazione sosteneva che il bacino di laminazione non aveva nulla a che fare con le cave. Ricordiamo che la nostra petizione sul bacino chiedeva, tra le altre questioni, un freno al continuo aumento dell’area destinata a cave. Non vorremmo ritrovarci un territorio deturpato da cave che, una volta dismesse, possano trasformarsi in un deposito di rifiuti. Chiediamo quindi se questa Amministrazione, al fine di limitare questo fenomeno, abbia intenzione con una modifica del Piano regolatore di ridurre la superficie destinabile a nuove cave di futura possibile autorizzazione oppure quali altre azioni possa intraprendere per limitare la continua e persistente estensione delle cave esistenti».