MONTANARO

«Troppe barriere architettoniche, i nostri edifici vietati ai disabili»

La questione sollevata dal consigliere d’opposizione di IdeaMontanaro, Arcangelo Gallon

«Troppe barriere architettoniche, i nostri edifici vietati ai disabili»
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Montanaro è divisa in due fra chi può accedere ai luoghi pubblici e chi, invece, per cause non dipendenti dalle loro volontà, non vi possono accedere perché ci sono ancora troppe barriere architettoniche» queste le parole del consigliere di minoranza IdeaMontanaro Arcangelo Gallon.

«Troppe barriere architettoniche, i nostri edifici vietati ai disabili»

«Ad avere ancora le barriere architettoniche - riferisce Gallon - sono i più importanti edifici pubblici come Cà Mescarlin, sede di numerosi eventi. C’è una rampa di scale per accedere al suo salone polivalente, situato al primo piano ed utilizzato per le conferenze, riunioni, convegni e premiazioni. Un salone di largo impiego ma che diventa totalmente precluso alle persone che si muovono sulla sedia a rotelle o con difficoltà di deambulazione mentre i locali al piano terra (biblioteca e altro) per fortuna non hanno barriere e sono accessibili. E questo è ancora più evidente se si considera che di recente sono stati realizzati dei lavori di ristrutturazione nell’edificio costati al Comune ben 140 mila euro. Si è forse dimenticato di dotare questa struttura di un ascensore?». Aggiunge Gallon: «Esistono ancora gradinate per accedere al campanile e alla casa comunale, anch’essi di recente ristrutturati. E’ stato installato nella casa comunale un ascensore, o piuttosto un montacarichi, ma le barriere architettoniche rimangono». Un problema segnalato anche istituzionalmente dal gruppo di opposizione. «Abbiamo presentato un’interrogazione - sottolinea Gallon - per sapere se il Comune fosse provvisto del P.E.B.A. (piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche) e del P.A.U. (Piano di accessibilità urbana) per individuare quali barriere architettoniche fossero ancora presenti nei luoghi pubblici di Montanaro. Il Comune ne è stato sprovvisto per anni e solo ora, per ottemperare la normativa, ha fatto una richiesta tardiva alla Regione dei finanziamenti necessari per redigere il P.E.B.A. La pratica amministrativa andrà risolta ma sul piano pratico resteranno le criticità».

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