il cenone del digiuno

Un Capodanno di Pace, Sermig e Cottolengo insieme

"Non c’è parola più bella di profezia. Nessuna ricetta facile, nessuna utopia, ma la concretezza buona di chi continua a credere negli ideali e a testimoniare con la vita che quel che non è stato, finalmente può essere".

Un Capodanno di Pace, Sermig e Cottolengo insieme
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"Non c’è parola più bella di profezia. Nessuna ricetta facile, nessuna utopia, ma la concretezza buona di chi continua a credere negli ideali e a testimoniare con la vita che quel che non è stato, finalmente può essere". Parte da questa convinzione di Ernesto Olivero l'idea che animerà il prossimo "Cenone del Digiuno" e la Marcia della Pace del Sermig.

Un Capodanno di Pace

Come da tradizione, la sera del 31 dicembre, a partire dalle 20.30, giovani e adulti di tutta Italia si daranno appuntamento negli spazi dell'Arsenale della Pace del Sermig a Torino (piazza Borgo Dora 61) per riflettere sui temi della pace. Un compito ancora più urgente nel contesto internazionale di questi mesi. Il titolo "Le ragioni della Pace" fa riferimento alle parole del profeta Isaia, all'annuncio di un tempo in cui "le armi non saranno più costruite e i popoli non si eserciteranno più nell'arte della guerra". Una profezia per i tempi futuri che, tuttavia, vale anche per il presente.

Il Sermig cercherà di dare voce alle tante realtà che rendono già visibile in diverse regioni del mondo i riflessi di questa profezia. Dall'Ucraina, all’Africa e all'Italia, la serata metterà al centro parole e musica, preghiera e testimonianze, oltre all'impegno di solidarietà con la proposta di devolvere l'equivalente di un cenone di capodanno ai progetti del Sermig in Italia e all'estero, in modo particolare in Ucraina.

La Marcia

Alle 22 inizierà la consueta “Marcia della Pace” per le vie del centro di Torino, con una tappa significativa (alle 22.15) alla Piccola Casa della Divina Provvidenza (via Cottolengo 14) per poi proseguire in Cattedrale per la Messa presieduta, alle 23.30, dall'Arcivescovo di Torino Mons. Roberto Repole, per invocare il dono della pace e pregare per le popolazioni martoriate dalle guerre in Ucraina e in varie altre aree del mondo.

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