Una schiera di «fasce tricolori» per i diritti dei bimbi arcobaleno
Al Teatro Carignano oltre 300 tra primi cittadini, assessori e consiglieri comunali
Oltre trecento tra sindaci, assessori, consiglieri comunali e «addetti ai lavori» per «Le Città dei Diritti». L’evento andato in scena venerdì 12 al Teatro Carignano di Torino ha segnato un vero e proprio punto di partenza su una linea comune, per numerose amministrazioni italiane, per un coordinamento di sindaci a favore della registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali nei registri di Stato Civile.
In platea c’era anche una rappresentanza di sindaci del Chivassese.
Una schiera di «fasce tricolori» per i diritti dei bimbi arcobaleno
Si tratta di una questione spinosa su cui la Corte di Cassazione si è già espressa nei mesi scorsi, così come ha fatto il Ministero dell’Interno con una apposita circolare che, di fatto, nega ai primi cittadini la possibilità di registrare i figli di queste coppie all’anagrafe. Una «battaglia di civiltà», è stata definita da tantissimi degli ospiti presenti, capeggiati dai sindaci delle maggiori città italiane che hanno organizzato l’evento.
Da Stefano Lo Russo (Torino) a Roberto Gualtieri (Roma), passando per Giuseppe Sala (Milano), Antonio Decaro (Bari e già presidente Anci) e Dario Nardella (Firenze) per citarne soltanto alcuni, la schiera dei primi cittadini a favore del riconoscimento dei diritti per i «bimbi arcobaleno» si allarga sempre di più.
In sala, tra i parlamentari dichiaratamente a favore delle trascrizioni c’era anche l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, la prima in tutta Italia a registrare il figlio di una coppia omogenitoriale «sfidando» la legge nazionale, o meglio, il vuoto normativo che tutt’oggi persiste.
Il Comune di Chivasso
Per un imprevisto dell’ultimo momento, il sindaco Claudio Castello non ha potuto partecipare. Ci tiene però a far sapere che ha fatto pervenire al collega Stefano Lo Russo la condivisione della Città di Chivasso alle rivendicazioni dei sindaci che si sono ritrovati nel capoluogo piemontese.
Spiega: «È necessario agire, a livello legislativo, sul tema del riconoscimento delle figlie e dei figli delle coppie omogenitoriali e sul matrimonio egualitario, ribadendo l'importanza del riconoscimento di diritti universali, per tutte e tutti. Si tratta di una battaglia trasversale, che non deve avere colore politico o bandiera. Nello specifico, auspichiamo una norma che consenta il riconoscimento anagrafico dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali. I principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della dignità della persona devono guidare il Legislatore verso alcuni passi che appaiono ormai non più rinviabili. Da Torino è partito un movimento che vuole cambiare il futuro di tante persone, famiglie, bambine e bambini. La spinta dal basso è stata storicamente efficace per tante battaglie civili approdate in Parlamento, e così sarà anche stavolta. La legittimazione istituzionale dei Comuni deve portarci ad un percorso di coscienza legislativa che superi una vacatio colmata a colpi di circolari ministeriali o sentenze. Senza diritti civili non potremo pretendere diritti sociali».