CHIVASSO

Una vita da primario: Tubino va in pensione

Per 25 anni, ricchi di grandi soddisfazioni, ha guidato il reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale di Chivasso

Una vita da primario: Tubino va in pensione
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Una vita da primario. Una vita con il camice bianco cucito addosso. Una vita per i pazienti.

Una vita da primario: Tubino va in pensione

Libero Tubino, dirigente dell’otorinolaringoiatria degli ospedali di Chivasso e Ivrea, venerdì andrà in pensione. Sarà il suo ultimo giorno di lavoro in quel reparto che ha iniziato a dirigere, dopo aver vinto il concorso, a soli 44 anni. Per 17 anni ha invece esercitato al Martini Nuovo.
Lo abbiamo incontrato nel suo studio, al sesto piano.

L'intervista

Ricorda il suo primo giorno di lavoro all’ospedale di Chivasso?

«Come potrei dimenticarlo. Era il primo maggio, Festa dei lavoratori e io insieme al dottor Marola ci siamo trovati in reparto. Siamo rimasti otto ore a stilare programmi per l’ambulatorio e le sale operatorie. Agli inizi si facevamo anche quindici turni consecutivi al mese.
Appena arrivato avevo a disposizione solo 4-6 posti letto, che all’inizio erano vuoti. Aspettavamo i degenti. Ma già dopo una settimana il mio piccolo reparto era colmo di pazienti da operare. E con liste d’attesa».

Quanti interventi ha effettuato?

«Impossibile quantificarlo, pensate che ho iniziato a operare di tonsille che avevo solo 25 anni», (quindi parliamo di decine di migliaia di interventi ndr).

Come è cambiata la Sanità in questi anni?

«Purtroppo è diventato più difficile il rapporto medico e paziente, questo è legato alla gogna mediatica a cui è sottoposto il sistema sanitario. Questa gogna mediatica ha alimentato due problematiche, ovvero la medicina difensiva da parte del personale sanitario, che costa allo Stato miliardi, e l’aggressione verbale e a volte anche fisica contro i sanitari. Senza parlare delle denunce contro i medici che sono aumentate anche del 400%, e nel 95% dei casi si risolvono con l’assoluzione dei sanitari.
Ci sono anche gli aspetti positivi. Nel tempo, infatti, sono migliorate le strutture per la diagnostica e per l’interventistica. Un miglioramento e un progresso tecnologico in tutti i campi che consente diagnosi precoci e interventi più tempestivi. Sopratutto in campo oncologico. E poi l’evoluzione dell’ospedale, la parte nuova è una struttura moderna e attrezzata dove ci sono reparti d’eccellenza».

Il suo ricordo più bello?

«Ce ne sono tanti. Sicuramente una grande soddisfazione è il fatto che la Regione ci ha reso un hub per il tumore testa collo, considerandoci punto di riferimento per tutta l’Asl e non solo. E poi l’Università manda da noi i suoi specializzandi».

Lei ha operato personaggi famosi, cantanti, attori e calciatori, facendo salire agli onori della cronaca l’ospedale di Chivasso, dandogli lustro.

«Si, ho operato personaggi famosi. Ricordo che quando è venuto Zidane, quando l’ho dimesso c’era tante gente ad attenderlo. Per non parlare di Del Piero. Sono contento di essere riuscito a fare un’ottima pubblicità all’ospedale».

Cosa le mancherà da sabato?

«La mia gente, il mio reparto».

Cosa si regala per la pensione?

«Un viaggio in Spagna a giocare a golf con i miei soliti amici».

Dovesse dare un consiglio ai vertici dell’Asl per il futuro?

«Ascoltare sempre di più i capi dipartimento che hanno il polso della situazione ospedaliera. E avviare così un dialogo concreto e propositivo».

E al suo successore?

«Al momento il facente funzioni sarà dottor Ricca, poi entro fine dell’estate ci sarà il concorso. Vorrei sottolineare che lascio un’equipe otorinolaringoiatrica molto importante con grandi competenze. Penso, quindi, che la mia assenza non si farà sentire».

Qualche rammarico?

«Quando operiamo succede che qualche paziente lo perdiamo, e un medico è come se perdesse anche una parte di se stesso.E poi il mio lavoro mi ha preso tanto tempo. I miei figli li ho ritrovati già grandi, e questo grazie a mia moglie Clara Marta che si è rivelata una bravissima mamma e moglie. E grazie a lei se ho potuto fare tante cose».

Termina qui la chiacchierata con Libero Tubino che di certo, anche se va in pensione, non appende il camice al chiodo: infatti continuerà nel privato nel suo studio di Verolengo, alla clinica Santa Caterina e al JMedical.

Commenti
Grazia sparta'

Unico come professionalita' umanita', umilta', socievolezza. Il dott LIBERO TUBINO UNICO E RARO MEDICO DELL OSPEDALE DI CHIVASSO. Auguri infiniti x la sua pensione ma Chivasso subisce una gran perdita nell' ambito sanitario.

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