È con un profondo senso di perdita che Crescentino, e non solo, saluta Lucio Gabutti, persona capace di lasciare un segno indelebile in chiunque lo abbia incontrato. La sua scomparsa, all’età di 80 anni, sopraggiunta dopo una malattia combattuta con lucidità e coraggio, lascia un vuoto incolmabile, in particolare nella sua città e tra i suoi cari. Perché Lucio Gabutti ha saputo lasciare un segno profondo nelle tante realtà in cui ha operato.
Una vita tra scuola e politica: addio a Gabutti
Dopo aver conseguito la laurea in Lettere e Filosofia all’Università degli Studi di Torino, si è dedicato prima all’ambito pubblicitario, ricoprendo il ruolo di copyright e poi la carica di direttore creativo di Dolci a Torino. Nel suo lungo curriculum, che lo ha portato a essere conosciuto non solo nel suo Piemonte, figura anche l’esperienza giornalistica a «Nuova società» diretto da Diego Novelli e la grande collaborazione come editor del deputato Enzo Ciconte con cui aveva stretto una grandissima amicizia sin dagli anni dell’università.
Ma più di tutto, lui amava i giovani e la scuola. Tant’è che questa grande passione lo spinse a tornare nella sua Crescentino. Dopo aver insegnato, da precario, in alcune realtà del Vercellese, entrò di ruolo all’Istituto Calamandrei di Crescentino, una scuola che innovò con il suo pensiero. Fu vicepreside e, proprio in quegli anni, introdusse il “Corso serale”, ancora oggi fiore all’occhiello dell’Istituto Superiore. Un progetto a cui teneva moltissimo. E poi il grande impegno in Europa, lo scambio con altri docenti e studenti che aveva permesso, ad esempio, ad una sua classe di vivere un mese ad Atene dopo aver ospitato i colleghi greci a Crescentino.
Non era un semplice insegnante
Gabutti non era un semplice insegnante di italiano e storia in un istituto tecnico: era colui che voleva aiutare i ragazzi ad affrontare la vita, a vivere liberamente il proprio pensiero senza paura di esprimersi. E lo faceva raccontando il proprio vissuto, quegli anni difficili che, da giovane studente, aveva affrontato a Torino, il Sessantotto.
I ricordi
A ricordarlo, l’ex collega, anche lei professoressa in pensione dell’Istituto cittadino, Marilena Vittone: «Coltivo un bel ricordo dell’amico Lucio Gabutti all’Istituto Calamandrei. Dagli Anni Novanta aveva portato un’atmosfera di attualità e di dialogo con colleghi e studenti. Soprattutto credeva nel valore civile della scuola, perché formasse cittadini liberi e pensanti. Aveva fatto parte del Consiglio di Istituto e sosteneva il rapporto con le Istituzioni e con il territorio».
Ma Vittone ricorda anche il grande impegno che Gabutti aveva profuso per la scuola: «Aveva riscoperto la figura di Calamandrei, giurista e padre costituente. Trascinava con la sua passione e le sue idee».
La passione per la politica
La sua altra grande passione, già da giovanissimo, è stata la politica. Sin da studente, infatti, ha sempre abbracciato l’impegno politico insieme ad Anna, l’amore della sua vita. Grande militante prima della Federazione Comunista, poi nel PCI, ha sempre sostenuto le battaglie della Sinistra anche negli anni più caldi. Con lui, ricordano i compagni dell’epoca, il confronto era sempre gradito e mai sopra le righe. Amava la politica e lo ha dimostrato sempre, scendendo in piazza e lottando per i propri ideali, anche in età adulta. E anche nella sua Crescentino, la città che oggi lo piange, ha ricoperto ruoli importanti come quello di vicesindaco nella seconda parte degli Anni Novanta con l’allora sindaco Luigi Canonica.
Livia Scuncio, ex segretario cittadino del Pd, di cui Gabutti era stato membro della segreteria, ha voluto rendergli omaggio: «Di Lucio in quei, purtroppo brevi, segmenti di vita in cui ho avuto l’opportunità di frequentarlo, ho potuto apprezzare il piacere e l’onore di godere della sua vicinanza. È stata, a pieno titolo, la persona che si definisce in società un intellettuale: intelligente, colto, acuto, lucido nelle valutazioni e sempre un passo avanti nella visione delle cose. E, passando alla sfera privata, aggiungo con convinzione: serio, sincero, affidabile, con il coraggio delle proprie idee, ma sempre disponibile al confronto. Parole scritte di getto, ma molto sentite. Lo ringrazio per quello che mi ha dato e lo abbraccio».
Parole molto toccanti anche quelle pronunciate dalla segreteria del Pd, attraverso Nicoletta Ravarino: «È mancato Lucio Gabutti, una figura di riferimento per la sinistra crescentinese, e ne siamo tutti profondamente rattristati. Non è stato solo un abile amministratore, che ha impresso una svolta importante al Comune di Crescentino in un periodo complesso e vivace, con l’insediamento industriale della Teksid e con sfide sociali legate all’immigrazione, alle quali seguirono risposte innovative per quei tempi: la creazione dell’asilo nido, del consultorio familiare e dei servizi scolastici. Onorati di averti avuto come amico».
A tratteggiarne il ricordo per il Pd è Laura Chiò, che ha condiviso con Lucio un’intensa esperienza politica: «Hai fatto parte della mia vita per oltre quarant’anni, dalla giovinezza — ricca di ideali, di voglia di cambiamento sociale, politico e culturale — fino a oggi, quando, ormai anziani, abbiamo voluto essere sempre tenacemente coerenti con quelle scelte e quei valori. E ricordo ancora quando potevi partecipare alle riunioni, nonostante la tua voce assottigliata e i toni più lenti, come le tue analisi politiche fossero lucide, chiare e illuminanti. Sì, perché per tutti — sia nelle antiche e vivaci riunioni nella sezione del Pci o in Consiglio Comunale contro l’agguerrita Dc spodestata, sia negli incontri più recenti nel nostro circolo — sei stato un “padre nobile”. Ci mancheranno il tuo eloquio raffinato, la tua scrittura elegante, la tua cultura, intelligenza, ironia e sensibilità».