IL CASO

Vive nelle casette all’ex Tav, ma al Comune non risulta

La segnalazione (tra pentole e panni stesi ad asciugare) partita dalle altre associazioni

Vive nelle casette all’ex Tav, ma al Comune non risulta
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Tra piatti, pentole e panni stesi ad asciugare sono mesi che tra le associazioni che gravitano nel Campus ex Tav di via Baraggino circolano «battute», diciamo così, su chi ha trasformato una delle «Casette» concesse dal Comune per scopi culturali nella propria abitazione.

Vive nelle casette all’ex Tav

Da regolamento ogni utilizzo «diverso» sarebbe vietato, ma a quanto pare l’articolo 3 del «Disciplinare per l’utilizzo e la gestione del “Campus delle associazioni”» sembra essere visto come un mero pro forma: «A utilizzare il locale assegnato unicamente per la finalità associative di cui al successivo art. 4. Nb: E’ fatto assoluto divieto di adibire i locali a ricovero permanente/temporaneo di persone o cose (es: centri accoglienza o deposito di materiali e/o mezzi non strettamente attinenti con le attività associative)».

La notizia, essendo decisamente originale, è arrivata anche a Palazzo Santa Chiara, corredata da fotografie che dimostrano quanto sostenuto, ma almeno ufficialmente l’amministrazione guidata dal sindaco Claudio Castello non sembra aver intenzione di fare nulla.

Al Comune non risulta

«Questa Amministrazione - fanno sapere da piazza Dalla Chiesa - non ha ricevuto alcuna formale comunicazione da soggetti dimoranti nella struttura del Campus di soggetti dimoranti nelle strutture del Campus, né tale comunicazione è mai pervenuta in alcuna maniera dal preposto dipendente della Ditta Maves, appaltatrice della gestione del verde/custodia.
Non sono previsti orari per l'utilizzo delle strutture da parte dei legittimi assegnatari, purché l'uso sia conforme ai fini statutari e alle attività ad esso legate.
L'articolo 22 lettere A e B, e l'articolo 37 lettera G del Regolamento per la disciplina dell'affidamento di beni immobili a terzi, dispone in merito a quanto sopra prevedendo, nel caso in cui venga definitivamente accertata la violazione, la revoca nel caso di uso difforme a quanto sopra indicato».

Commenti
Tiziana Lala'

L'amministrazione comunale quando c'è da far rispettare le regole non fa mai nulla

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