25 Aprile, le immagini della cerimonia a Castelrosso e Chivasso
Ricordata la figura del partigiano Leandro Savia, ucciso dai tedeschi: il suo sacrificio ha salvato gli abitanti di Moretta, nel cuneese.

Nonostante il lutto nazionale per la morte di Papa Francesco disposto dal Governo, a Castelrosso e Chivasso le celebrazioni del 25 Aprile si sono svolte "con sobrietà". Nulla, comunque, di diverso dal solito, con (purtroppo) pochi cittadini a far da cornice alla sfilata di amministratori, politici e associazioni d'Arma.















25 Aprile, le immagini della cerimonia a Castelrosso e Chivasso
A Castelrosso la cerimonia accompagnata dalla Filarmonica di Castelrosso è iniziata con la posa corona al Monumento ai Caduti, e a seguire il corteo ha raggiunto la scuola per un omaggio alla lapide che ricorda la figura di Leandro Savia, cui l'istituto è dedicato.
La figura di Leandro Savia
Nato l’8 gennaio del 1923 a Crevoladossola, Leandro Savia (nome di battaglia Lallo) era residente a Castelrosso in via San Rocco 17. Paracadutista nella divisione «Folgore», per non aderire alla Repubblica di Salò nel maggio del 1944 aveva disertato per unirsi ai partigiani della I Div. Garibaldi, IV Brigata.
Il 3 luglio 1944, nel centro di Moretta (Cn), i tedeschi trovarono un'auto carica di armi: immediatamente scaricarono da un loro camion un lanciafiamme e minacciarono di bruciare il paese. Savia, che faceva parte del gruppo a cui apparteneva l'auto, si costituì ai tedeschi, evitando così la rappresaglia sui civili. Savia fu portato alla caserma «Conte Torino» di Pinerolo, sede delle SS, e torturato; alle 6 del mattino del 4 agosto 1944 fu impiccato nel galoppatoio della caserma e il suo cadavere fu esposto al pubblico ad un incrocio.
Raccontò poi una testimone: «A metà del viale, presso il tiglio, il gruppo si fermò. Dal ramo pendeva un cappio, sotto c'era una panca. Il ragazzo vi fu fatto salire, gli chiesero se avesse qualcosa da dire. Chiese una sigaretta. L'accese; tirò qualche boccata. Poi scostò i militi che gli volevano passare il cappio al collo, se lo infilò da sé e si lanciò nel vuoto».
Toccante la lettera che scrisse alla madre la sera prima di morire: «Carissima mamma, il destino ha voluto che sia. Tu sai quanto ti ho voluto bene e so pure che ero tutto per te. Ma ti prego sii forte, hai ancora Liliana. Scrivi a Lola e dille che non l’ho mai dimenticata, che non ho cessato un attimo di volerle bene. Salutami Olga, gli zii e Carletto. Io perdono tutto. Salutami ancora Lino e digli che gli auguro un’eterna felicità. A Liliana, la mia piccola sorellina, invio un’infinità di baci e carezze. A te mamma e zio un forte abbraccio».
La presidente dell'ANPI di Chivasso, Maria Teresa Blatto, ha poi consegnato ai familiari di Savia la tessera dell'Associazione Nazionale Partigiani.




La cerimonia ufficiale
A seguire, il corteo ha raggiunto il cimitero di Castelrosso per l'omaggio ai Caduti senza Croce e al Campo della Rimembranza.
Dalle 10, poi, con l'accompagnamento della Filarmonica Città di Chivasso, il corteo partendo dal Monumento ai Caduti di piazza d'Armi, a Chivasso, ha toccato tutti gli altri monumenti cittadini dedicati ai Partigiani e ai Corpi dell'Esercito.