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30 mila € di debiti, con ATC: sotto l’albero, lo sfratto

La madre di famiglia, racconta gli anni difficili e le scelte fatte che l’hanno condotta in questa situazione

30 mila € di debiti, con ATC: sotto l’albero, lo sfratto
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La madre di famiglia, racconta gli anni difficili e le scelte fatte che l’hanno condotta in questa situazione.

30 mila € di debiti, con ATC: sotto l’albero, lo sfratto

Dopo la bomba che si è abbattuta sul Comune di Chivasso sui mancati pagamenti degli affitti nelle case Atc da parte degli occupanti, il capogruppo d’opposizione di Crescentino Salvatore Sellaro ha deciso di analizzare la situazione del suo Comune. Perché se oggi, i responsabili chivassesi si trovanoa far fronte a questo debito, potrebbe accadere anche a Crescentino perché Sellaro sa che c’è chi da tempo non paga il canone di locazione.
«Nell’agosto scorso, avevo fatto richiesta al Comune di Crescentino di conoscere la situazione delle morosità, ma lo stesso primo cittadino Vittorio Ferrero mi aveva risposto che non era un problema del Comune, che non spettava al suo Ente questa verifica. - afferma Sellaro - Peccato che è proprio di questi giorni la notizia di diverse lettere che il Comune di Crescentino ha inviato ai affittuari morosi. Dunque, è si compito del Comune verificare ed intervenire dopo che Atc ha chiesto l’intervento. Dunque ho nuovamente protocollato in comune la richiesta di conoscere se sono state effettuate le procedure necessario e se si, di conoscere la situazione».
Sellaro, infatti, in questi giorni è stato contattato da diversi residenti delle Case popolari che hanno ricevuto gli sfratti da parte del Comune in caso di mancato pagamento degli affitti arretrati. Persone anziane, altre disoccupate. Altre ancora con pensioni minime.

Il caso

A noi si è rivolta una famiglia residente in via Marco Polo. La donna che chiamiamo Anna (nome di fantasia) ha un passato molto turbolento come lei stessa ci ha raccontato: «L’alloggio mi è stato assegnato nel 2014, all’epoca ero disoccupata e con tre minori a carico. Mio marito si trovava in carcere. In quei mesi, ho dovuto scegliere se dare da mangiare alle mie figlie oppure pagare l’affitto. Ho scelto la prima, come farebbe ogni mamma. Sono stati anni difficili, mio marito dopo un po’ è stato rilasciato ma anche per lui è stato difficile trovare lavoro. Trovava delle occupazioni giornaliere, niente di stabile. E così i debiti con Atc si sono accumulati, non abbiamo pagato gli affitti che ammontavano a 350 euro al mese. Da qualche giorno, ho trovato lavoro come Oss in una struttura, ero contenta perché ho pensato che potevo iniziare a risanare la nostra situazione. Ma ecco che il 10 dicembre ho ricevuto una lettera dal Comune nella quale mi danno tre mesi di tempo per chiudere il debito. Ma come faccio a pagare oltre 30mila euro di affitti se lavoro solo io in casa? Ho provato ad interfacciarmi con gli uffici, con l’Amministrazione. Ma nulla. O pago i bollettini che mi hanno dato, oppure a marzo devo lasciare la casa. E io, mio marito e mia figlia ci troveremo in mezzo ad una strada. Io non ho mai chiesto nulla a questo Comune, ora chiedo solo di aiutarmi nel dilazionare maggiormente questo debito».
Anna confessa di aver agito in questi anni per non far mai mancare un pasto ai propri cari, ai figli. Sa che ha accumulato un grande debito ma non sapeva come fare, come agire diversamente. Ora però si trova davanti ad una situazione che non sa come affrontare e si appella al sindaco.

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