La sua vittima aveva 12 anni

Abusi sessuali su una bambina, pesante condanna per Gigliotti

Accuse confermate per il sessantenne chivassese.

Abusi sessuali su una bambina, pesante condanna per Gigliotti
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Abusi sessuali su una bambina, pesante condanna per Gigliotti. Accuse confermate per il sessantenne chivassese. La sua vittima aveva 12 anni.

Abusi sessuali su una bambina

Anche se la condanna a cinque anni è decisamente «pesante» per un caso come questo, nulla sarà in grado di restituire la serenità e l’innocenza alla bambina (all’epoca aveva appena 12 anni) che ha subito gli abusi.

 

Si è chiuso il processo, la condanna

Si è chiuso un paio di settimane fa in tribunale a Ivrea il processo di primo grado a carico di Filippo Gigliotti, 60 anni compiuti, in carcere dal giugno del 2020 in seguito alle gravi accuse sancite dall’articolo 609bis del Codice Penale: «Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni».

La vittima, difesa dall’avvocato Fabrizio Bernardi del foro di Torino, in questi mesi ha ripercorso i fatti oggetto della denuncia presentata ai carabinieri di Verolengo, coordinati dal Maresciallo Antonino Pane e dal Brigadiere Pierpaolo Coniglio, riscendo a dimostrare come non fossero frutto della sua fantasia.
Come detto, la condanna è stata pesante: cinque anni di reclusione (con lo «sconto» previsto dal rito partendo dalla richiesta del PM di 7 anni e mezzo), più interdizioni di legge e una provvisionale immediatamente esecutiva di dieci mila euro (a fronte di una richiesta complessiva delle parti civili di più di 300 mila), con eventuale risarcimento da definirsi in sede civile.

Le accuse

La vicenda, molto complessa, ha visto impegnati i carabinieri della Compagnia di Chivasso, al comando del Capitano Luca Giacolla, a partire dal giorno di Pasquetta del 2020.
Ed è stato proprio lunedì 13 aprile che i militari hanno iniziato ad indagare per la prima volta sulla vicenda, chiamati dai famigliari della bambina che avevano appena saputo (da lei stessa e per puro caso) delle attenzioni di Gigliotti.
Da quel giorno Filippo Gigliotti ha lasciato Verolengo per Chivasso, ospitato da un parente, ed è qui che i carabinieri lo hanno raggiunto per poi accompagnarlo in carcere a Ivrea e poi a Biella nella sezione riservata al recupero dei «sex offender», dove si trova attualmente.

Gigliotti, ha da subito negato con forza ogni accusa, cercando di contestualizzare in modo diverso quanto raccontato dalla bambina e ricostruito dagli inquirenti.
Gigliotti era accusato di essersi masturbato davanti alla dodicenne, e di averle anche chiesto di toccarlo nelle parti intime. Vi è poi almeno una fotografia «inequivocabile», che la bambina ha raccontato di aver ricevuto da Gigliotti, che invece sostiene di averla voluta mandare (su richiesta) ad una sua amica maggiorenne.
Dalla famiglia della vittima va ora un immenso grazie ai carabinieri di Verolengo, che con grande delicatezza hanno affrontato un caso che mai avrebbero voluto avere sulla scrivania.
Anche se tutti aspettano che, fra sessanta giorni, siano depositate le motivazioni della sentenza, è quasi certo che la difesa (il legale si era sempre detto contrario al rito abbreviato) proporrà ricorso in appello partendo da una perizia «fisica» su Gigliotti. Per la difesa non ci sono prove, ma tutto si è basato sulla testimonianza della bambina.

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