Si è conclusa con una condanna il processo nei confronti del falegname di Settimo, Gerardo Rinaldi, l’uomo nel 2015 aveva più volte accompagnato alcune prostitute sul luogo di lavoro, verso Torino.
Durante lo svolgimento delle indagini, l’uomo è stato però intercettato: tramite telefono chiedeva piccole cifre alle donne, solitamente attorno ai dieci euro. Un atteggiamento sospetto, che fece partire le indagini nel 2015, per presunto favoreggiamento e sfruttamento. Rinaldi, difeso dall’avvocato Andrea Professione, si è detto più volte estraneo ai fatti. Lui lavorava vicino alla strada dove le ragazze sostavano ed era nata un’amicizia. Spesso mangiavano assieme e loro gli chiedevano anche soldi in prestito. Una frequentazione quotidiana, che aveva spinto lo stesso Rinaldi a proporsi come accompagnatore sul posto di lavoro.
Molte le spese sostenute da Rinaldi, che ha ammesso di aver acquistato più volte anche alcuni capi d’abbigliamento per le donne. Per questo motivo, secondo la difesa, l’imputato avrebbe più volte chiamato le ragazze chiedendo dei soldi, vista la loro promessa di partecipare in parte alle spese. Inoltre, dalle indagini, è successivamente emerso che una ragazza utilizzava il conto corrente di Rinaldi per alcune promozioni telefoniche. L’imputato avrebbe infatti acquistato anche un telefono per la ragazza, convinto però di poter riprendere i soldi indietro. Un atteggiamento ingenuo, secondo la difesa, che ha più volte ribadito come nelle intercettazioni non sia emerso nessun dato significativo in merito ad un presunto sfruttamento.
Una situazione quella discussa in aula lo scorso 3 ottobre, che ha spinto il collegio del Tribunale di Ivrea (presieduto dai giudici Ludovico Morello, Ombretta Vanini e Elena Stoppini) a condannare l’uomo con 2 anni e 2 mesi di reclusione.