una grande perdita

Addio a Carlo Gnavi, "Re" dell'Erbaluce

Viticoltore calusiese conosciuto e apprezzato ben oltre i confini cittadini

Addio a Carlo Gnavi, "Re" dell'Erbaluce
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Se ne è andato così, con la discrezione e la riservatezza che lo hanno sempre distinto Carlo Gnavi, storico viticoltore calusiese conosciuto e apprezzato ben oltre i confini cittadini.

Addio a Carlo Gnavi, "Re" dell'Erbaluce

All’età di 82 anni, lunedì scorso, 23 luglio, ha chiuso un capitolo importante della storia dedicata al mondo della vite e del vino, un capitolo nel quale lui, Carlo, ha saputo scrivere consigli utili, ma soprattutto testimonianze di impegno, fatica e anche ambizione, valori racchiusi poi in un buon calice di vino offerto o condiviso con amici o clienti della Cantina Gnavi, gestita da anni con il nipote Giorgio. Accoglienza e professionalità, queste le carte vincenti che Giorgio Gnavi e lo zio Carlo hanno sempre giocato aprendo al pubblico la loro corte e la loro cantina in via Cesare Battisti 8. Una presenza discreta, ma costante, quella di Carlo Gnavi, nei vigneti così come all’interno dell’azienda, una presenza gradita, un sorriso cordiale per tutti, un uomo di poche parole, ma di grandi sentimenti.

Il ricordo del sindaco Cena

«Carlo lo conoscevo da sempre – ricorda il sindaco Maria Rosa Cena - da quando eravamo giovani, è sempre stato una persona un po’ riservata, cordiale, ma un grande lavoratore. I risultati di anni nel campo della viticoltura si vedono, ha creato con la collaborazione del nipote Giorgio una cantina con una visione futurista e aperta a iniziative che sono quelle che bisogna avere per guardare al futuro, mancherà a tanti». Una famiglia, quella di Carlo Gnavi, che vanta radici profonde nella terra canavesana e nel mondo contadino. «La nostra era anche una famiglia di carradori – ha in più occasioni ricordato il nipote Giorgio Gnavi, biologo ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università degli Studi di Torino - costruivamo i carri e poi li usavamo per trasportare le merci in tutto il Piemonte, al traino di buoi e cavalli. Per questo ancora oggi la ruota del carro è riportata nel logo della cantina. Il nostro cognome è autoctono come i nostri vini, e tramandano nelle generazioni tradizioni e conoscenze del territorio calusiese e canavesano». Saperi e tradizioni che Carlo Gnavi ha voluto e saputo condividere con il nipote Giorgio, ma che è riuscito anche a far conoscere ai molti visitatori della cantina di via Cesare battisti 8, un angolo imperdibile di tradizione architettonica ed emozionale all’interno del quale spicca su una delle pareti esterne un’installazione in mattonelle di terracotta opera dell’artista e scultore chivassese, nonché amico di famiglia, Nino Ventura. Un’opera che racconta la storia dell’Erbaluce e che Carlo amava molto e mostrava con orgoglio a conoscenti, clienti e visitatori occasionali. La sua storia vitivinicola inizia negli anni ’50 per mano del padre, il Cavaliere Giovanni, grazie al quale il cognome Gnavi inizia a diventare sinonimo di importanza nella produzione del Caluso Passito. Il testimone del Cavalier Giovanni negli anni ’90 passa ai figli Carlo e Guglielmo, che si dedicano con passione e professionalità all’eredità ricevuta, valori che negli anni Carlo ha trasmesso al nipote Giorgio. Da questa alleanza di intenti e di metodo sono nate bottiglie eccellenti quali l’Erbaluce di Caluso Cav.Giovanni, il Caluso Passito Revei, l’Erbaluce di Caluso Spumante Turbante. A piangere la dipartita di Carlo Gnavi sono i nipoti Nadia e Giorgio con gli altri familiari, ma la sua cordialità mancherà anche ai molti calusiesi e alle molte persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo o anche solo di avere scambiato con lui quattro chiacchiere amichevoli o di convenienza. I funerali di Carlo si sono svolti mercoledì 26 luglio, alle 10 presso la Chiesa Parrocchiale, la salma è stata tumulata nella tomba di famiglia al Cimitero di Caluso.

 

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