Addio a Valmore Braghin, uomo simbolo della Destra chivassese
Si è spento domenica all’età di 86 anni
La politica chivassese è in lutto. Domenica mattina si è spento all’età di 86 anni Valmore Braghin, figura storica della Destra. Il suo impegno politico, sociale e istituzionale hanno lasciato il segno.
Addio a Valmore Braghin
Originario del Polesine a Chivasso era arrivato negli Anni ‘60. Aveva lavorato alla Lancia di Torino e poi a Chivasso. In politica dal 1964, prima come esponente attivo dell'Msi, poi come consigliere di minoranza, nella Giunta di Renato Cambursano e di maggioranza in Alleanza Nazionale, fino a diventare assessore alle politiche sociali, con la Giunta Fluttero ed, infine, presidente del CISS.
Uomo simbolo della Destra chivassese
Una passione la sua che ha perseguito fino a dieci anni fa quando improvvisamente decise di abbandonare la politica. In un’intervista al nostro giornale di quell’epoca spiegava: «Questo modo di fare politica non mi piace. E non è la politica in se stessa che non mi piace, ma sono gli attuali politici, almeno la maggior parte di loro. Quando l'interesse generale lascia il posto all'interesse personale, va da sé che la Politica con la P maiuscola muore e, quando questo succede, la commistione tra gli affari e la politica trova percorsi facili. Il mio grande maestro Giorgio Almirante diceva che “Se andare al Governo vuol dire non essere più noi stessi, è meglio stare fuori”».
E ancora: «Per quanto mi riguarda penso di aver dato la massima disponibilità in termini di idee, proposte e impegno. Mi ha molto aiutato in questo una massima di Sofocle che ho continuato a tener presente: “L'opera umana più bella è essere utile al prossimo”».
Valmore Braghin lascia la moglie Pinuccia, i figli Massimiliano con Roberta, Monica con Lucio, Nadia con Nino, gli adorati nipoti Clarissa con Paolo, Daniele, Gabriele ed Emma, i fratelli e le sorelle, i cognati, i nipoti, i consuoceri, parenti ed amici tutti.
I ricordi
Sono tanti i ricordi che sono giunti in queste ore.
Andrea Fluttero: «Credo sia doveroso ringraziare Valmore Braghin per l'impegno, la capacità e l'onestà con le quali ha servito la nostra comunità chivassese per molti anni come consigliere comunale, assessore ed infine presidente del consorzio socio assistenziale. Un uomo apparentemente ruvido e spigoloso ma in realtà con una grande umanità ed una particolare attenzione agli aspetti sociali ed alle persone in difficoltà. Da lui ho imparato tanto negli anni di comune impegno amministrativo e della militanza in Alleanza Nazionale».
Flavio Nalesso:«Ero un ragazzino, o poco di più. Essere del Movimento Sociale Italiano a quell'epoca non era semplice. A Volpiano ci incontravamo nella casa-castello del dottor Ferrero, ma quasi in clandestinità. A Chivasso invece erano più strutturati e già c'era una sezione. La domenica ci si riuniva lì. E Valmore Braghin non mancava mai, con il suo accento veneto ed il carattere brusco ma leale. Hai dato tanto al partito, hai dato tanto al territorio ed hai dato tanto alla tua comunità. Grazie per tutto, Valmore e che la terra ti sia lieve. Presente!»
Per Enzo Falbo, attuale capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale, «Valmore è sempre stato un riferimento per la destra Chivassese degli Anni ’80 e ’90, ed è stato l’ultimo candidato sindaco del MSI. Ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente durante la campagna elettorale nel 1997, anno in cui siamo stati eletti insieme in consiglio comunale; nel 2002 siamo stati entrambi rieletti ed in particolare lui era stato scelto da Fluttero per seguire le politiche sociali in giunta, ruolo che ha svolto con grande professionalità e competenza.
È sempre stato un uomo con una grande coerenza e determinazione, e una sua grande qualità è stata quella di non essere mai sceso a compromessi.
Per chi, come me, stava muovendo i primi passi nella realtà del Consiglio Comunale è stato un insegnante; ricordo che da quando si sedeva in Consiglio fino al termine dei lavori lui non si alzava dalla sedia, e ci riprendeva quando noi non facevamo lo stesso.
Purtroppo negli anni ci siamo persi di vista, ed in particolare modo dopo l’elezione di Bruno Matola, periodo in cui era stato chiamato a ricoprire il ruolo di Presidente del CISS.
Quello che si può affermare di Valmore è che in tutto quello che ha fatto ci ha messo anima e cuore, e che se credeva in qualcosa lo perseguiva fino alla fine.
Il suo ricordo rimarrà sempre a Chivasso perché alla città ha dato molto e ha dato ancora di più alla Destra Chivassese.
Un abbraccio alla sua famiglia».
Così l’ex sindaco Bruno Matola: «Durante i miei 15 anni di esperienza amministrativa, il rapporto con Valmore Braghin è stato intenso e devo dire sempre proficuo, in quanto quando io ero Presidente del Ciss lui era Assessore alle politiche sociali e, nel mio mandato da Sindaco, lui era Presidente del Ciss; per cui le occasioni per dibattere, confrontarci e decidere il meglio possibile ognuno nei propri ruoli sono state costanti ed hanno consolidato, fin quando abbiamo potuto, anche il rapporto personale. Si potrebbe dire tanto e tanto, e lo spazio ovviamente non lo permette, ma sinceramente di Valmore non si poteva non apprezzare il grande impegno e l’assoluta serietà in tutti ruoli che ha ricoperto, ed il suo grande senso di responsabilità nei confronti della comunità chivassese e della città è stato davvero un esempio per chi gli era vicino, ed anche per me fin dal lontano 1997. Ho sempre anche stimato l’uomo Braghin, fermo nelle idee e nella forza di perseguirle, che si è sempre sottratto ai compromessi ed alle doppie facce che purtroppo sono frequenti in tutti i livelli della politica.
Proprio per questo lo ricordo a volte anche severo, a tratti duro, ma sempre aperto allo scambio di idee ed opinioni che fossero intellettualmente oneste; una persona retta, una persona perbene, termini un po’ desueti ma mai come oggi profondamente veri. E tutto ciò non nascondeva neppure la grande sensibilità che spesso mostrava nelle sue azioni e nelle sue parole e che ha dimostrato anche nei delicati ruoli sia da assessore che al Ciss.
Da parte mia e della mia famiglia, un sincero e grande abbraccio di tutto cuore alla moglie, ai figli e a tutti i suoi familiari; e non certo tanto per dire, ci mancava e ora ci mancherà ancor di più».