Addio Giuseppe, l’allevatore dal cuore d’oro
Si è spento all’età di 51 anni lasciando splendidi ricordi. In molti al suo funerale

Un marito, un papà ma anche un amico meraviglioso si è spento ancora troppo giovane. La notizia della scomparsa di Giuseppe Somma, all’età di 51 anni, ha lasciato l’intero Chivassese sotto choc.
L'addio a Giuseppe Somma
Giuseppe era nato tra le scogliere dell’alta Costiera Amalfitana, il 6 maggio 1973. Cresciuto tra le risate e le fatiche di una famiglia numerosa, con dieci fratelli a riempire la casa di voci e sogni, trascorse lì la sua giovinezza fino al 1998. Fu allora che, spinto dalla necessità e dal desiderio di costruire un futuro, lasciò la sua terra per trasferirsi a Torino, portando con sé il nipote e un cuore carico di speranze.
Agli inizi degli Anni Duemila incontrò Elena, la donna che avrebbe dato un nuovo senso alla sua vita. Con lei condivise amore e complicità, e insieme accolsero la gioia di tre figli: Giovanni, Francesca e Giuseppe, piccoli frammenti del loro grande amore.
L'allevatore dal cuore d’oro
Giuseppe iniziò la sua avventura lavorativa come dipendente in una ditta, ma dentro di sé ardeva un sogno antico, radicato nel sangue e nei ricordi d’infanzia: aprire un’azienda agricola, come i suoi genitori, e riportare in vita l’antica tradizione della transumanza, ormai in via di estinzione. Partì dal nulla, con pazienza e dedizione, e vide crescere il suo progetto giorno dopo giorno. La prima mucca fu solo l’inizio: nel tempo, il suo allevamento si popolò di centinaia di capi, e il suono dei campanacci tornò a riecheggiare nei pascoli, come una melodia che legava passato e presente. Amava la terra e i suoi animali con un affetto sincero, quasi fraterno. Passava ore all’aria aperta, sotto il cielo immenso, scrutando l’orizzonte con i suoi occhi verdi, pieni di storie e di sogni.
Il ricordo
«Giuseppe era un uomo dal cuore grande, sempre pronto ad aiutare chiunque ne avesse bisogno. - ricorda la sua famiglia - Con la sua simpatia travolgente e un’ironia disarmante, riusciva a strappare un sorriso anche nei momenti più difficili.
Non era solo la sua generosità a renderlo speciale, ma quel magnetismo naturale che faceva sì che tutti lo cercassero, attratti da una luce che andava oltre le parole. Bastava uno sguardo, un gesto, e chiunque si sentiva subito a casa. Perché Giuseppe era così: un uomo che lasciava il segno, con la semplicità e la forza di chi sa amare la vita».
Un uomo che in ogni persona che ha incontrato ha lasciato certamente il segno.
L'ultimo saluto
E tanti sono coloro che hanno voluto salutarlo nel pomeriggio di venerdì 7 febbraio. Tanti coloro che non dimenticheranno mai il loro Giuseppe.