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"Addio Marco, eri l’anima delle feste"

Era molto conosciuto su tutto il territorio

"Addio Marco, eri l’anima delle feste"
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La tragica notizia della morte di Marco Carlo Bena si è diffusa nel pomeriggio di venerdì 28 luglio a Chivasso e nelle sue frazioni.
Una notizia di quelle che nessuno avrebbe mai voluto sentire perché Marco era una persona benvoluta da tutti, un volto molto conosciuto sul territorio sia per le sue doti professionali che per quelle umane.
Marco aveva 57 anni, di professione idraulico e titolare di un’azienda agricola, aveva una vera e propria passione per le auto d’epoca e i vecchi trattori.

"Addio Marco, eri l’anima delle feste"

«Dopo aver dedicato la sua vita alla famiglia ed al lavoro, troppo presto ci ha lasciati», così recita il manifesto funebre, una frase semplice, ma allo stesso tempo molto significativa che sottolinea il buon carattere e la dedizione di Marco. «Viveva in frazione Montegiove e qui aveva realizzato il capannone proprio per fare festa - dice suo cugino Filippo Botta - era amico di tutti, amava stare in mezzo alla gente e fare festa.
Ogni occasione era buona per trascorrere qualche ora in compagnia con familiari e amici. Amava organizzare gli eventi legati ai trattori, questa era la sua vera passione.
Era un gran lavoratore che non si risparmiava mai. Io ho iniziato a lavorare con lui e per me è stato molto di più di un cugino, era un fratello». Numerosi i gruppi e le associazioni con cui aveva collaborato in tutte le frazioni di Chivasso tra cui la ProMandria e Punto a Capo che oggi lo ricordano con grande affetto e commozione.

Marco ha lottato contro un male incurabile per circa un anno

La sua determinazione e la sua voglia di vivere e di lottare lo hanno accompagnato sino alla fine. Non si è mai dato per vinto sostenuto anche dalla sua famiglia: dalla moglie Assunta, dal figlio Davide, dalla mamma Emilia, dalla cognata Imma con Nino, dai nipoti Federica, Rita e Danilo e dalla piccola Anna, dalla suocera Rosina con gli zii e i cugini. «Era una persona unica, splendida - lo ricordano alcuni amici - un uomo che non si tirava mai indietro. Ogni momento era buono per organizzare qualcosa per fare festa, per stare insieme.
Si districava con grande abilità tra gli impegni professionali di idraulico e quelli dei campi e dell’azienda agricola.
Due professioni che lui adorava, che svolgeva con grande impegno e passione che insieme alla famiglia erano il suo più grande motivo di orgoglio».

La comunità si è raccolta intorno alla famiglia

Sono state molto numerose le persone che nella serata di domenica 30 luglio hanno preso parte alla recita del santo rosario che si è svolto nella Cappellaia di San Maurizio in frazione Montegiove e che lunedì mattina, 31 luglio hanno partecipato all’ultimo saluto che si è svolto sempre nella Cappellaia.
Gli amici di sempre quelli con cui ha condiviso molti momenti positivi si sono stretti all’amata famiglia di Marco che si trova ad affrontare un momento di grande dolore e sconforto. E’ stato un uomo che, anche nel periodo difficile e delicato della sua malattia, è stato supportato, oltre che dalla famiglia, anche dal cugino Filippo Botta, dagli amici Mauro Appino, Roberto Masino e Matteo Lagreca . Un legame unico è infatti quello che legava Marco a queste persone da cui ha ricevuto tanto sostegno e oggi sono anche loro che lo piangono perché consapevoli di aver perso una persona insostituibile che in ogni suo gesto terreno ha lasciato un motivo di grande insegnamento tra tutti coloro che lo hanno conosciuto.
«Perchè di Marco ce n’è uno solo - dicono oggi in molti ricordandolo - non possiamo ancora crederci a quale destino crudele sia dovuto andare incontro, proprio lui che amava la vita.
E oggi più che mai ogni cosa nelle nostre frazioni ci parlerà di lui e dei suoi amati trattori. Ciao Marco».

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