il dramma

Addio Stefan, il tuo dolce sorriso ora vivrà per sempre

Troppo gravi le ferite riportate dal giovane castelrossese nell’incidente sulla 590

Addio Stefan, il tuo dolce sorriso ora vivrà per sempre
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Addio Stefan, il tuo dolce sorriso ora vivrà per sempre. Troppo gravi le ferite riportate dal giovane castelrossese nell’incidente sulla 590.

Addio Stefan, il tuo dolce sorriso ora vivrà per sempre

«Il suo sogno? Portare un sorriso a tutti». Non ci sono parole, e non possono esserci, per descrivere il dolore che provano i famigliari e gli amici di Stefan Turcanu, 22 anni, scomparso lunedì 18 settembre in seguito alle terribili ferite riportate nell’incidente avvenuto a San Raffaele Cimena nella notte tra sabato 9 e domenica 10. Viaggiava verso casa, a Castelrosso, in sella alla sua amata Suzuki, e il destino ha voluto che la Jeep di un ragazzo di Brandizzo, poco più grande di lui, gli tagliasse la strada. Stefan indossava il casco, quello con il pupazzo di Pikachu per cui lo conoscevano tutti in città, ma non è bastato a salvargli a vita.

I medici hanno subito capito che la situazione era grave, ma fino all’ultimo hanno cercato di avere la meglio. Poi la situazione è precipitata, e ai famigliari del giovane è stata comunicata la morte cerebrale. Lunedì, come ultimo gesto d’amore, alle 18 Stefan Turcanu è entrato in sala operatoria: salvando altre vite, vivrà per sempre.

Il dramma

«Non sappiamo cosa sia successo - raccontano il padre Dumitru e la mamma Pamela, che abbiamo incontrato con la sorella Stefania, la fidanzata Giorgia e l’amica di sempre, Ylenia - ma ormai non importa. Quella sera avevamo mangiato un kebab a Verolengo, e poi lui era partito in moto per andare a Torino con degli amici, come spesso faceva nei fine settimana. Poi, quello che sappiamo, lo sappiamo dai Carabinieri: all’incrocio con via Ferrarese si è scontrato con la Jeep. Alle due di notte hanno bussato i Carabinieri a casa dicendo che Stefan era al CTO. Siamo corsi tutti in ospedale, e lì alle 5 il medico ci ha detto che era in condizioni molto gravi e la prognosi era riservata.
Ci è crollato il mondo addosso.
Vogliamo ringraziare i Carabinieri per il loro lavoro, e tutti quelli che hanno soccorso Stefan: una persona che si trovava al bar e che lavora in Croce Rossa, due infermiere che stavano passando per caso in quel momento e le due ragazze che per prime hanno chiamato il 118.
Il ragazzo della Jeep non ci ha chiamati, né lui né i suoi genitori. Ci spiace, perché crediamo che la verità vinca ogni cosa. Se dici la verità, sei già a metà strada.
Stefan vivrà ancora, sarà ancora un campione come è stato fino ad ora, vivrà in altre persone».
Grande appassionato di ballo e fotografia, Stefan aveva frequentato le scuole superiori a San Benigno, dai Salesiani, specializzandosi in meccatronica, e ora lavorava alla ICSA, azienda meccanica con sede sempre nel centro canavesano. Amante dello sport, si allenava alla BomaYes CrossFit di Chivasso, e il suo sogno ora era quello di comprarsi una casa tutta per sé: proprio il sabato, poche ore prime dell’incidente, ne aveva visitata una.
Tutti gli amici lo ricordano come una persona carismatica, allegra, sempre con il sorriso, buono con tutti: «Quanto successo è stato uno choc - proseguono i genitori - che stiamo affrontando proprio grazie agli amici di Stefan. Ylenia, Rocco, Andrea, ci sono stati tutti davvero vicini».

Al momento la data dei funerali non è stata ancora fissata, anche perché la Procura della Repubblica di Ivrea (PM Ludovico Bosso) aprendo un fascicolo per omicidio colposo) ha disposto l’autopsia che sarà probabilmente effettuata sabato 23 settembre.

Impossibile spiegare il destino, e per questo ha ancora più importanza la frase trovata nel vecchio cellulare di Stefan: «Prenditi un momento, domani, per fare qualcosa per te stesso».

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