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Affida i suoi cani al canile: non glieli ridanno indietro

La toccante storia di Alessia

Affida i suoi cani al canile: non glieli ridanno indietro
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«Ero in difficoltà, ho chiesto una mano e adesso mi trovo in questa situazione. Ma secondo voi, i cani stanno meglio in un canile o in una pensione?».
Alessia Nadia Morace è una ragazza disabile che ogni giorno lotta per la propria indipendenza. Abita in via Togliatti, nel cuore del Borgo Sud Est, e tutti la conoscono per la forza con cui combatte contro le piccoli e grandi avversità.

Affida i suoi cani al canile: non glieli ridanno indietro

A queste battaglie si è aggiunta quella per riavere i suoi cani, affidati al canile di Chivasso, dopo che Alessia Nadia stessa aveva chiesto l’intervento degli assistenti sociali, in seguito ad una brutta caduta.
«Avevo tre cagnoline - racconta - una è morta di vecchiaia nel 2022, le altre salvate da situazioni terribili, abbandoni e maltrattamenti, in Calabria (nel 2016) e a Melegnano (nel 2017). Non ho mai fatto mancare nulla, viaggiavano con me in nave o in aereo per tornare in Sicilia, poi quando ho trovato una buona pensione a Val della Torre ho evitato loro queste “sfacchinate”.
Io sono disabile: nata prematura, ho una paraparesi agli arti inferiori e negli ultimi tempi le mie cadute sono aumentate. Per questo, dopo essere finita al Pronto Soccorso, ho chiesto aiuto alle mie assistenti sociali per trovare una soluzione, temporanea, per le mie cagnoline Cherry ed Evelyn.
Dopo due giorni la relazione è stata inviata al Comune, e il 20 gennaio il referente del canile, gentilissimo, è venuto a prenderle.
Qualche giorno dopo ho trovato una soluzione, il gestore della pensione di Val della Torre se ne sarebbe occupato direttamente dandomi la possibilità di andarle a trovare in qualsiasi momento, ed ho subito chiamato il CISS facendo modificare la relazione.
Quando il “dog sitter” ha contattato il canile per accordarsi su quando riprendere Cherry ed Evelyn, però, ha trovato il secco no dei volontari. Io vado spesso al canile, porto crocchette e coccolo le mie due cagnoline, ma il no è stato ripetuto anche al mio compagno, a cui è stato detto che Cherry ed Evelyn non erano adottabili (le avrebbe prese lui pur di non fare restare lì dentro) per decisione del Comune.
Ho contattato gli uffici, ma a loro non risulta.
Il nostro obiettivo è far uscire Cherry ed Evelyn dal canile, ma i volontari ci hanno ripetuto che per noi “I cani sono come i pupazzi, prima li date via e poi li volete indietro”. Nulla di tutto questo: io ho chiesto aiuto per motivi di salute, pensando che (temporaneamente) non mi sarei potuta occupare di loro.
Io le ho salvate, io le ho cresciute, e loro mi rispondono che devono “pensare al bene delle cagnoline?”. Ma secondo voi, stanno meglio al canile o in una pensione?».

Abbiamo chiesto un commento ai volontari dell’associazione Apachi, che da anni lavora all’interno del canile comunale di Chivasso, e che ricorda un precedente episodio nell’estate del 2021. Oggi, «Le due cagnoline Evelyn e Cherry sono state nuovamente accolte, su segnalazione dell’assistente sociale, in canile di Chivasso dal 20 gennaio, con contestuale “voltura” della proprietà delle cagnoline al Comune di Chivasso. La signora Morace, però, nonostante la cessione fatta al Comune di Chivasso delle due piccole, che potrebbero essere adottate a breve date le loro peculiarità (piccole dimensioni, femmine, di buon carattere e amichevoli nei confronti delle persone) vorrebbe continuare a vederle. Le volontarie presenti si sono poi raccomandate di evitare queste visite, in quanto destabilizzano le cagnoline che, di fatto, dopo la visita erano agitatissime e hanno mugolato e ululato per un bel po’, non capendo perché la persona che loro amavano le avesse lasciate lì. L’associazione agisce nell’esclusivo interesse dei cagnolini e, pur comprendendo le motivazioni di affezione della signora e del suo compagno, reputa fortemente lesivo nei confronti dei cani un atteggiamento di lascia-visita-lascia, una soluzione che non è a favore dell’animale ma esclusivamente volta a mitigare i sensi di colpa (incolpevoli! Lo capiamo, ma così è) della persona, l’affezione che ha nei confronti delle cagnoline, a discapito dell’animale che ha meccanismi del tutto differenti. Il nostro chiedere di evitare le visite, per i motivi di cui sopra, ha fatto scattare nella signora Morace la prospettiva di mettere in pensione pagante le cagnoline, e richiedendone pertanto la re-intestazione a se stessa, con successive pressioni su Assistente Sociale e Comune. (...) Come Associazione alla quale è stata affidata competenza in merito alle adozioni, siamo assolutamente contrari ad una gestione che danneggerebbe le cagnoline sia oggi che in futuro, senza pensare al momento in cui, per i più svariati motivi, la signora non potesse più provvedere al sostenimento della spesa per la pensione».

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