CHIVASSO

Al Pronto Soccorso come in guerra: brutale aggressione a due infermieri

L’ira del sindacato e dei colleghi: «Non ci sentiamo protetti, siamo lasciati soli in tutto e per tutto».

Al Pronto Soccorso come in guerra: brutale aggressione a due infermieri
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Insulti. Calci. Pugni. Altri insulti. Altri calci. Altri pugni. Ormai questa la quotidianità negli ospedali italiani, una vergogna che domenica notte ha colpito anche il pronto soccorso di Chivasso.

Al Pronto Soccorso come in guerra

A segnalare per primo quanto accaduto è stato Giuseppe Summa, del sindacato Nursind:

«Alle 23 circa, due colleghi hanno ricevuto ingiustificatamente percosse per il solo fatto di svolgere il proprio lavoro. Alle già critiche situazioni dei Pronto Soccorso che da tempo denunciamo si moltiplicano gli episodi di aggressione nei confronti del personale. Lasciati soli in tutto e per tutto. Non solo a prendere calci e pugni ma anche l incombenza di dover fare denunciare gli autori di questi orribili episodi con la paura di ritorsioni. Una politica sorda e cieca, incapace di dare risposte non solo sotto il profilo sanitario ma anche su quello della sicurezza del proprio personale. Servono risposte urgenti. Non conosciamo ancora le motivazioni e i particolari. In ogni caso sono gesti ingiustificabili che non dovrebbero accadere. Esprimiamo nuovamente piena solidarietà ai colleghi con la consapevolezza che non può più bastare. Chiederemo subito un incontro con l’azienda».
Nei corridoi dell’AslTo4 non si contano i manifesti che sensibilizzano gli utenti contro la violenza nei confronti degli operatori, ed è proprio da quello che ritrae «Fabio», fisioterapista, che parte l’intervento di una collega degli infermieri aggrediti: «Lui si chiama Fabio. Ieri sera però si chiamava G., l’infermiera su cui si è scagliato un parente di una paziente. Ed erano due, gli infermieri che hanno acchiappato botte mentre cercavano di difenderla. Noi non siamo facce su un cartellone di sensibilizzazione. Noi siamo infermieri di Pronto Soccorso. Che cosa credete? Che la nostra vita sia facile? Che dopo otto ore di lavoro senza barelle, con cento pazienti in Pronto Soccorso, correndo come matti disperati, si debba finire con la faccia per terra a prendere calci e pugni perché VOI siete arrabbiati? VOI siete preoccupati? Voi avete il diritto e la pretesa di fare quel che volete persino ammazzarci di botte? Abbiamo scelto la divisa, non le botte».

Le parole dell'Asl To4

Non si è fatta attendere una dichiarazione dell’AslTo4, guidata dal direttore generale Stefano Scarpetta:

«Nella serata di domenica 20 novembre - si legge in una nota - si è verificata un'aggressione al personale del pronto soccorso di Chivasso, due infermieri sono stati aggrediti da alcuni parenti di una paziente con codice Verde in attesa di visita.

Un parente, in stato di alterazione, è giunto in Pronto Soccorso dopo che la paziente era stata già accolta e in attesa di visita, ha aggredito verbalmente l'infermiera triagista che è poi stata difesa da due colleghi infermieri presenti in quel momento. Il tutto senza esplicito motivo è avvenuto intorno alle ore 22.50. L'aggressore è stato in prima battuta gestito dalla guardia e dagli infermieri, poi la situazione è peggiorata all'arrivo di altri due parenti che hanno nuovamente aggredito, e questa volta anche fisicamente, il personale. Entrambi gli operatori, dopo i necessari accertamenti che fortunatamente non hanno rilevato fratture, hanno entrambi ricevuto sette giorni di infortunio.
La paziente registrata in pronto soccorso ha poi volontariamente lasciato i locali.

Purtroppo l’episodio si è verificato nonostante la presenza del sistema di videosorveglianza e della guardia presente H24 in Pronto Soccorso che, insieme ai colleghi intervenuti, ha immediatamente avvertito le forze dell’ordine con cui tutta l’azienda sta collaborando per meglio chiarire l’accaduto e individuare i diretti responsabili.

Rimane da parte dell’Azienda, ora e per il futuro, il massimo impegno per la tutela dei propri operatori oltre che la piena solidarietà ai colleghi che giornalmente si impegnano a garantire con professionalità, disponibilità e passione assistenza ai nostri utenti».

Indagini in corso

Le indagini sono ora affidate ai carabinieri del Capitano Urbano Marrese, che vista la presenza delle telecamere (e i dati anagrafici della donna in attesa di essere visitata al Pronto Soccorso) non dovrebbero faticare molto per identificare i responsabili dell’aggressione. Stando alle prime informazioni raccolte, si tratterebbe di una famiglia di etnia sinti residente a Volpiano.

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