IL FATTO

Albergatore chivassese denuncia l'Italia e la Cina

Ha richiesto i danni legati al Covid-19

Albergatore chivassese denuncia l'Italia e la Cina
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Albergatore chivassese denuncia l'Italia e la Cina. Si tratta di Rudy Benco e ha chiesto i danni legati al Covid-19.

Denuncia Italia e Cina

Rudy Benco uno dei due imprenditori del territorio che hanno deciso di depositare presso il Tribunale di Ivrea una causa civile per risarcimento danni. A far scalpore sono soprattutto i due enti citati: il Ministero della Salute Italiano, guidato da Roberto Speranza, e il Ministero della Salute della Repubblica Popolare Cinese. Rudy Benco, titolare di tre alberghi nel Chivassese (il Ritz e l’Albergo d’Italia, in città, e il Rondissone a Rondissone), ha chiesto al giudice il risarcimento delle perdite patite in questi mesi, in totale 500mila euro. Di fianco a lui, in questa battaglia, anche l’Hotel Astoria di Cuorgnè.
Cifra parziale, sostengono le parti, rappresentate dall’avvocato Andrea Bertano.

L'accusa degli imprenditori

I due Ministeri, secondo gli imprenditori, non avrebbero fatto il necessario per contenere il contagio e avrebbero così causato l’insorgere della pandemia. Dall’inizio dell’anno sono saltati convegni, eventi, collaborazioni con enti ed è sparita la clientela business che viaggia per lavoro. Per non parlare delle forniture già ordinate e delle utenze che comunque vanno pagate.

Il commento

«E’ emerso che già dal mese di gennaio – spiega l’avvocato Andrea Bertano – si aveva contezza della situazione: perché non è stato fatto nulla per evitare il contagio? Come mai non sono stati bloccati i voli? Secondo noi, ci sono state delle responsabilità».
La speranza dei diretti interessati, inoltre, è che questa situazione non si ripercuota anche sugli anni successivi.
«Sono stati commessi tanti errori – spiega Rudy Benco – e a rimetterci siamo sempre noi imprenditori. Non si lavora da gennaio con la clientela business, con delle perdite pazzesche di fatturato. Da quanto emerge, in Italia sapevamo benissimo del rischio pandemia; eppure, non è stato fatto nulla. La mia, però, è una questione di principio: ci sono persone che hanno il compito di tutelarci. Hanno sbagliato? E allora pagano loro. Quando sbaglia un imprenditore, è lui poi che deve pagare».
Nelle perdite non c’è ovviamente solo la clientela «persa». Una struttura alberghiera, anche se vuota, ha comunque dei costi di gestione notevoli.
«Si parla tanto di decreto liquidità – continua l’imprenditore – però le cifre sono insufficienti. Ci sono ordini di materiale già effettuati, affittuari che non riescono a pagarci. Dovremo rimetterci? Ci mancherebbe, c’è una pandemia. Ma non dobbiamo essere gli unici a pagare».

Altri potrebbero agire come loro...

E c’è di più. La scelta giudiziaria intrapresa dai due imprenditori Canavesani, infatti, potrebbe essere seguita anche dai gestori di altre strutture del territorio.
L’avvocato Andrea Bertano, infatti, ha specificato che potrebbe trattarsi di una «causa pilota». Il legale ha inoltre sottolineato che in questi giorni è stato contattato anche dai responsabili di altre catene di alberghi. La prima udienza si svolgerà nel mese di dicembre.

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