CHIVASSO

Allarme al Borgo Sud Est, «Tra drogati e spacciatori»

Nessun controllo da parte delle Forze dell’Ordine: «Al mattino siamo costretti a pulire le scale invase da spinelli e bottiglie vuote»

Allarme al Borgo Sud Est, «Tra drogati e spacciatori»
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«Che schifo di quartiere, pieno di drogati e spacciatori». Anche chi, da sempre, vive al Borgo Sud Est e, da sempre, lotta per combattere i pregiudizi sul quartiere, da qualche tempo non riesce più a trattenere la rabbia.

Allarme al Borgo Sud Est, «Tra drogati e spacciatori»

Rabbia per quanto sta accadendo tra i palazzi di via Togliatti, abbandonati dalle istituzioni e dalle Forze dell’Ordine, che si fanno vedere solo quando è ora di far scattare le manette ai polsi di qualcuno. Prevenzione, zero.
E così, ogni notte, il parco e le cantine diventano il rifugio di «drogati» e «spacciatori». Non certo pesci grossi, ma ragazzini (quasi tutti residenti al Borgo) che trascorrono ore e ore tra spinelli (a terra ci sono i resti) e bottiglie di birra.
Per carità, gli Anni ’80 e ‘90 che hanno cancellato un’intera generazione attraverso l’eroina sono fortunatamente lontani, ma visto l’affollamento di quelle scale il fenomeno non è certo da sottovalutare.
«Ogni notte è sempre la stessa storia - spiegano i residenti - arrivano, accendono le loro “sigarette” e iniziano a fare baccano fino a tardi. E al mattino tocca a noi pulire, perché va bene tutto ma non trasformare i nostri palazzi (che hanno già tutti i problemi del mondo, tra porte rotte e ascensori fuori uso) in discariche della peggior specie».

La rabbia dei residenti

Dai residenti, poi arriva un invito alle istituzioni ad essere più presenti: «L’amministrazione la si vede solo nel periodo elettorale, e tutte le promesse sono cadute nel vuoto. Se vogliono dimenticarsi di noi, e trasformarci in un “ghetto”, dobbiamo dire che ci stanno riuscendo benissimo».
Una situazione di degrado confermata anche dalle cantine piene di masserizie e dalle numerose auto abbandonate lungo le rampe e su via Togliatti: «Siamo un quartiere popolare, ma ci meritiamo attenzione e rispetto».

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