A 11 anni vogliono strapparlo via dalla sua mamma
Luca è conteso tra i genitori, il giudice deciderà sui presunti traumi subiti da alcuni giochi sessuali.
A 11 anni vogliono strapparlo via dalla sua mamma. Luca è conteso tra i genitori, il giudice deciderà sui presunti traumi subiti da alcuni giochi sessuali.
Vogliono strapparlo via dalla sua mamma
Una separazione burrascosa, un divorzio traumatico, e alcuni sospetti che angosciano Luca (nome di fantasia del protagonista di questa vicenda). Un bambino che vede e subisce, interiorizzando strani "giochi" a sfondo sessuale e che, oggi, rischia di essere allontanato dalla sua mamma.
La storia
A ripercorrere le tappe di questa storia dal finale ancora sospeso è l'avvocato Simona Donati, dello studio legale torinese DDD, che assiste Giulia (anche per lei nome di fantasia), madre del piccolo conteso.
Luca ha 11 anni, è ancora troppo piccolo per capire quello che gli sta succedendo, ma abbastanza grande per lanciare i primi inquietanti segnali di quello che viveva quando passava del tempo a casa del papà. «Il padre - spiega la legale - attualmente vive con un'altra donna che ha un figlio. I due bambini non vanno d'accordo e tra loro si instaura un rapporto di gelosia in cui si innescano vari problemi». Una banale situazione, da primo acchito, tra due ragazzini impegnati nel contendersi l'affetto degli adulti, invece il nervosismo tra i due cela qualcosa di più grosso.
«Luca un giorno racconta alla sua nonna di alcuni giochi fatti con il papà e con il figlio della sua compagna - prosegue l'avvocato Donati -. L'uomo lo chiama "Baciamo i morti" e consiste nel darsi pizzicotti nelle parti intime, accompagnati da sfottò legati alla sessualità. Giochi che non trovano tregua neanche di notte, quando il bambino approfitta del sonno di Luca per togliergli le coperte di dosso e palpargli e stimolargli il pene nel tentativo di ottenere un'erezione». Una situazione che suscita in Luca un profondo disagio, al punto da non voler più andare dal padre nel fine settimana.
Il racconto viene riportato a Giulia, la quale preoccupata chiede all'ex marito conferma degli episodi. «Il padre ritiene che non ci sia nulla di male in un tale gioco e che magari i bambini l'hanno frainteso e non solo ritiene che non sia il caso di intervenire, ma sostiene che Giulia esageri la vicenda per mettergli contro il bambino», aggiunge la legale della donna.
La perizia
Una scintilla che ha spinto l'uomo a rivolgersi nuovamente agli avvocati, chiedendo che fosse fatta una perizia dal consulente tecnico d'ufficio (Ctu) sulla capacità genitoriale della madre di Luca. «Il Ctu - prosegue Donati - conferma una manipolazione di Giulia sul figlio, sminuendo i racconti del bambino e definendo la storia come un'esagerazione. Nella perizia, inoltre, non sono stati presi in considerazione alcuni elementi, invece a nostro giudizio importanti: la separazione tra i coniugi è arrivata a seguito di un tradimento del marito con una ragazza minorenne, con tanto di presunti amplessi e scene erotiche avvenute, tra l'altro, davanti agli occhi dello stesso Luca che all'epoca aveva appena un anno».
A seguito della perizia del Ctu, il giudice ha disposto che il bambino venisse affidato a una famiglia estranea, accogliendo l'istanza del padre. «E' curioso anche il fatto che l'uomo non abbia chiesto l'affidamento, ma abbia preferito che fosse affidato a un nucleo eterofamiliare esterno».
Il provvedimento è stato immediatamente impugnato dall'avvocato Donati, ma gli assistenti sociali si sono messi al lavoro per individuare la famiglia più consona. Affidamento che avrebbe dovuto avvenire già giovedì scorso. «Nonostante il servizio di neuropsichiatria infantile non avesse ancora preso in carico il caso di Luca - prosegue la legale -, gli assistenti sociali hanno comunicato l'individuazione della famiglia, dandoci appuntamento già giovedì 1 agosto per l'affidamento. Abbiamo trascorso mezza giornata insieme, ore in cui il bambino ha perfino chiesto di chiamare il padre, e al termine delle quali è stato disposta la non-necessità di togliere Luca dalla sua mamma».
Quale futuro?
Un provvedimento definitivo? «Ancora troppo presto per dirlo - risponde Donati -: abbiamo vinto solo una battaglia. Una vicenda che continua ad avere troppe zone d'ombra, tra cui il motivo per cui il giudice non abbia disposto un percorso di sostegno per entrambi i genitori, come prevede la legge, evitando un ulteriore drastico trauma per questo bambino di appena 11 anni».
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