Allarme truffe agli anziani: è caccia ad una Seat Ibiza
Falsi operai dell’acquedotto, finti tecnici dell’Enel o del gas, impiegati della banca o delle Poste o addirittura «amici dei figli».
Falsi operai dell’acquedotto, finti tecnici dell’Enel o del gas, impiegati della banca o delle Poste o addirittura «amici dei figli». Tutti con un solo, unico obiettivo: truffare gli anziani. E' quello che è accaduto nei giorni scorsi a Castagneto Po.
Allarme truffe
Dopo il crollo dei reati legati all’emergenza Coronavirus, con la «Fase 2» e la ritrovata libertà di movimento sul territorio sono riprese anche le azioni predatorie, a danno dei più fragili, da parte di personaggi senza scrupoli che sulla bilancia vedono sempre pesar meno il piatto dei possibili rischi.
Nulla di nuovo, questo è sicuro, ma la verità è che questi colpi vengono messi a segno malgrado i continui avvertimenti lanciati dalle forze dell’ordine.
La denuncia
Negli ultimi giorni, spesso senza che sia poi stata presentata denuncia da parte delle vittime, sono arrivate alle orecchie degli inquirenti casi di malfattori che, dopo essersi introdotti nelle abitazioni di anziani, qualificandosi come operai dell’acquedotto comunale, con uno stratagemma siano riusciti a farsi consegnare somme di denaro contante e vari monili d’oro, per poi dileguarsi. Per difendersi può essere utile conoscere i trucchi più comuni utilizzati da questi truffatori, che prendono di mira le persone più indifese.
Le raccomandazioni
Le raccomandazioni sono sempre le stesse: non aprire mai la porta a sconosciuti, anche se vestono un’uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità; verificare sempre con una telefonata da quale servizio sono stati mandati e per quali motivi, facendosi dare gli estremi - nome, cognome e numero di tesserino; se non si ricevono rassicurazioni, non aprire per nessun motivo; prima di fare dei controlli nelle case gli enti affiggono avvisi nel palazzo; per qualunque problema chiamare sempre il 112.
Nel territorio collinare, in tempi recenti è stata avvistata più volte una Seat Ibiza «sospetta», con a bordo personaggi che in alcuni casi indossavano addirittura una parrucca. Da un rapido controllo sulle app che ormai si trovano su tutti i cellulari la targa risulta corretta per quel modello, ma si tratta quasi sempre di numeri «clonati» da vetture simili incrociate per strada o recuperati dagli annunci di vendita.
Anche il colore non basta, dato che il sospetto dei carabinieri è che i truffatori si appoggino ad officine in grado di «wrappare» (ricoprire la carrozzeria con una pellicola colorata) l’auto nel giro di poche ore.