La vicenda

Amazon, dipendenti licenziati per i rimborsi pazzi: i sindacati impugnano i provvedimenti

Si tratta di spese che i lavoratori avrebbero effettuato nel settembre 2021

Amazon, dipendenti licenziati per i rimborsi pazzi:  i sindacati impugnano i provvedimenti
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Cene in ristoranti di lusso, capi di abbigliamento e anche un cambio di pneumatici. Queste sono solo alcune delle voci di rimborsi che fanno strabuzzare gli occhi alla direzione di Amazon Torrazza Piemonte nel corso delle valutazioni delle spese da rimborsare ai propri dipendenti del polo logistico di Torrazza Piemonte. Alcuni dei quali, proprio a causa di queste spese, sono stati licenziati.

Amazon, dipendenti licenziati per i rimborsi pazzi

«La decisione di cessare il contratto di lavoro è stata maturata a seguito dell'accertamento di gravi violazioni al codice etico e al conseguente venire meno del vincolo fiduciario tra datore di lavoro e dipendente. - ha spiegato la dirigenza del polo logistico - I dipendenti coinvolti erano stati informati della policy relativa ai costi di trasferta ed era stata data evidenza che i costi relativi a viaggio, pasti e pernottamenti sarebbero stati pagati direttamente da Amazon».

I sindacati impugnano i provvedimenti

Una posizione non condivisa dai sindacati come spiega Francesco Imburgia (Coordinatore regionale – Trasporto Merci e della Logistica per la FILT CGIL Torino e Piemonte): «La FILT CGIL Piemonte, Dipartimento Trasporto merci e della Logistica sta portando avanti delle vertenze a seguito di impugnazione di più provvedimenti di licenziamento disciplinari eseguiti sulla questione ricorsi CONCUR Amazon in capo al sito di Torrazza Piemonte con periodo di riferimento dei fatti nel settembre 2021 e contestati da gennaio/aprile 2022.
Vicenda che ha interessato tra l’altro i lavoratori di più siti Amazon sul territorio Nazionale.
Licenziamenti che riteniamo ingiusti e non commisurati alle contestazioni sollevate ai lavoratori.
Riteniamo che Amazon abbia applicato lo stesso peso e stessa misura delle sanzioni a tutti i lavoratori coinvolti impartendo un licenziamento per non rispetto della Policy interna assai discutibile e poco chiara a nostro avviso, anche quando la giustificazione fornita dal lavoratore è stata ricca di elementi validi e sensati, il quale ha ritenuto perciò necessario e in suo diritto richiedere il rimborso delle spese.
Attualmente tra le vertenze portate avanti tramite i nostri legali della FILTCGIL, tre di queste sono in dirittura di arrivo con l’auspicio che possano concludersi positivamente per i lavoratori».
Insomma, una situazione molto complessa che vede diversi dipendenti residenti del Chivassese coinvolti.

I lavoratori «bocciano» i cinque turni

I lavoratori Amazon dicono noi ai cinque turni, il nuovo orario di lavoro proposto dall’azienda.
Lunedì 9 gennaio, infatti, c’è stata una grande affluenza dei lavoratori del sito di Torrazza Piemonte alle assemblee tenute dai sindacati di categoria Filt Cgil e Filt Cisl: agli oltre 500 lavoratori (quasi un terzo dei 1600 addetti a tempo indeterminato) che hanno preso parte alle assemblee è stato sottoposto un questionario sul gradimento degli attuali turni di lavoro. I risultati hanno evidenziato un estremo disagio del personale che ha preso parte all’indagine promossa da Filt Cgil e Fit Cisl. Il 95% di chi ha risposto al questionario ha dichiarato di non riuscire a conciliare i tempi di vita-lavoro.
«Il disagio dei lavoratori – dicono Francesco Imburgia di Filt Cgil e Stefania Barattini di Fit Cisl - è frutto di decisioni aziendali prese nello scorso mese di settembre che hanno previsto una nuova turnazione con rotazione su cinque turni, aggiungendo ai canonici tre turni, un turno centrale dalle 10,15 alle 18,15 e un turno serale dalle 19 alle 03 del mattino, accentrando l’impiego dei lavoratori nelle fasce pomeridiane e notturne». Per i due sindacalisti «la rotazione di questi cinque turni determina per i lavoratori turni di lavoro pomeridiani per due settimane consecutive, con giorni di riposo frammentati in molti casi infrasettimanali, rendendo di fatto complicata ogni loro programmazione di vita famigliare e di socialità e con difficoltà ad avere un corretto equilibrio metabolico».
Dopo le assemblee con i lavoratori e i risultati del questionario, Filt Cgil e Fit Cisl hanno richiesto, assieme alle proprie Rsa (rappresentanze aziendali), un incontro urgente con l’azienda per trovare soluzioni alternative all’attuale organizzazione del lavoro, con l’obiettivo di garantire ai lavoratori minori disagi e un giusto equilibrio tra casa e lavoro.

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