L'operazione

Appalto per le mascherine: 2 carabinieri arrestati e 2 sospesi

Nove persone indagate per corruzione aggravata.

Appalto per le mascherine: 2 carabinieri arrestati e 2 sospesi
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Questa mattina, mercoledì 9 febbraio 2022,i Carabinieri del Comando Provinciale di Torino,  hanno arrestato  due carabinieri e altre due persone nell'ambito dell'inchiesta sui presunti acquisti gonfiati di mascherine per le caserme dell'Arma di Torino.

Appalto mascherine, Carabinieri arrestati

 

Questa mattina, mercoledì 9 febbraio 2022,  i Carabinieri del Comando Provinciale di Torino, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito  9 misure cautelari nei confronti di altrettante persone indagate, a vario titolo, per corruzione aggravata, falsità materiale commessa dal Pubblico Ufficiale, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e omissione atti d’ufficio per presunti acquisti gonfiati di mascherine per le caserme dell'Arma di Torino.

L'operazione

In particolare, sono state eseguite 4 misure cautelari in carcere, un obbligo di firma e 4 misure interdittive della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio.
Tra i destinatari dei provvedimenti 4 appartenenti all’Arma, di cui 3 in precedenza in servizio presso il Nucleo Carabinieri e ora distaccati in alcune Compagnie piemontesi e presso Ispettorato del Lavoro, i quali avrebbero favorito nelle loro attività 2 imprenditori cinesi, operanti nel torinese.  L’inchiesta  condotta della pm Fabiola D’Errico era partita dalla scoperta di un ordine gonfiato per l’acquisto delle mascherine destinate ai carabinieri del Piemonte.

A maro 2020 quando scoppiò l'emergenza a causa del  Covid-19 era stato raddoppiato il reale fabbisogno nella bolla d’acquisto da parte di un’ufficiale capo del servizio amministrativo. Infatti sarebbe stato disposto l'acquisto di 87mila  mascherine. Per l'acquisto un'ufficiale dell'Arma si sarebbe rivolta ad un imprenditore amico del marito, che per questa fornitura avrebbe chiesto 140mila euro.

Il procedimento penale si trova nella fase di indagini preliminari e, pertanto, gli indagati sono da ritenersi non colpevoli fino ad accertamento giudiziario definitivo.

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