Attentati agli uffici postali, una traccia di Dna incastra l'anarchico

L'operazione dei Carabinieri del Ros sui gruppi anarchici violenti di tutta Italia ha portato all'identificazione del responsabile dell'attentato a Genova. 

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Attentati agli uffici postali, una traccia di Dna incastra l'anarchico. L'operazione dei Carabinieri del Ros sui gruppi anarchici violenti di tutta Italia ha portato all'identificazione del responsabile dell'attentato a Genova.

Una traccia di Dna incastra l'anarchico

E' stato a seguito degli accertamenti scientifici sull'attentato all'ufficio postale di Genova, in via Gaetano Colombo 12, che è stata trovata una traccia del Dna di Giuseppe Bruna, responsabile di aver messo l'ordigno esplosivo davanti allo sportello. L'uomo aveva infatti abbandonato nei presso del luogo dell'attentato, uno dei suoi guanti. Elemento che ha convalidato tutti gli indizi nei suoi confronti, già raccolti precedentemente dai Carabinieri del Ros.

Attentati agli uffici postali

Era l'8 giugno 2016 quando, un ordigno artigianale era stato posizionato davanti all'ufficio postale di via Colombo, a Genova. Due gli individui, vestiti di scuro,  che erano stati notati aggirarsi nella zona. Avevano una una tanica di plastica da 5 litri riempita di liquido infiammabile, completo di timer artigianale, una sveglia analogica con una sola lancetta. La sveglia, alimentata da una batteria da 9 volt, era collegata a un circuito elettrico di innesco composto da un bulbo di plastica contenente varie capocchie di fiammiferi. L’ordigno non era esploso a causa di un fortuito malfunzionamento.

Questa mattina l'arresto

Questa mattina, martedì 17 dicembre, i Carabinieri del Ros hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torino su richiesta del Gruppo Antiterrorismo della Procura torinese, nei confronti di Giuseppe Bruna, 49 anni, anarchico insurrezionalista, ritenuto responsabile dell'attentato.  L’arrestato dovrà rispondere di fabbricazione e porto di ordigno esplosivo.

La matrice dell'attentato

L’attentato è inquadrabile nell’ambito della campagna contro i Cie (Centri di Identificazione ed Espulsione), odierni Cpr (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), condotta dai gruppi anarchici violenti in tutta Italia. Si tratta di una campagna lanciata nel maggio del 2015 sui siti di controinformazione anarchica dall’opuscolo “I CIEli bruciano”, nel quale erano elencate varie ditte che collaboravano con i centri (tra cui, aziende di ristorazione, agenzie di viaggi). Proprio durante questa campagna, dal 2015 al 2016, vennero compiuti ben 16 attentati incendiari/esplosivi ai danni di ditte che collaboravano con queste realtà. Inoltre, vennero compiuti numerosi attentati ai danni di Poste Italiane, accusate di collaborare alla macchina delle espulsioni con la sua compagnia aerea “Mistral Air”, utilizzata per il rimpatrio degli immigrati clandestini. I ripetuti attacchi ai danni delle strutture delle Poste Italiane avevano costretto l’azienda a interrompere la collaborazione con lo Stato, risultato eversivo ampiamente enfatizzato nella rivendicazione dell’attentato incendiario di matrice anarchica ai danni dei veicoli ENI Enjoy, compiuto a Roma l’8 maggio 2019.

Gli anarchici coinvolti

Bruna era già stato tratto in arresto dal ROS nel maggio 2019, su ordinanza di custodia cautelare del Gip di Milano, per un triplice attentato esplosivo ai danni di due magistrati torinesi impegnati nella lotta agli anarchici (Roberto Sparagna e Antonio Rinaudo), nonché ai danni del Direttore del D.A.P. (all’epoca dei fatti Santi Consolo). 

L'uomo, insieme a Natascia Savio, anarchica torinese, e Robert Firozpoor, libertario modenese, sono accusati nel procedimento milanese per quei plichi esplosivi spediti nel giugno 2017. Quella tornata esplosiva, invece, si inseriva in un’altra campagna dal titolo “Per un giugno pericoloso”, che invitata al compimento - nel mese di giugno 2017 - di attentati in solidarietà ai compagni detenuti. Anche in quella campagna vennero compiuti numerosi attentati sia in Italia che all’estero, in particolar modo in Francia, a testimonianza della ramificazione internazionale dei gruppi anarchici d’azione.

Proprio gli approfondimenti svolti dopo gli arresti del maggio 2019 hanno messo i Carabinieri del Ros sulle tracce di Giuseppe Bruna che, all’epoca dell’attentato alle Poste di Genova, abitava nella zona del capoluogo ligure in cui gli attentatori erano stati ripresi delle telecamere di sorveglianza mentre scappavano. Gli accertamenti svolti nei suoi confronti, in relazione all’attentato genovese, hanno evidenziato un modus operandi analogo a quello tenuto in occasione dell’acquisto e del confezionamento dei plichi destinati ai magistrati, tra cui un significativo silenzio telefonico. Le indagini proseguono per l’identificazione del suo complice.

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