Bambino morto a Settimo: sui social insulti contro la mamma

La donna ha trascorso la sua prima notte nel carcere Lorusso e Cotugno

Bambino morto a Settimo: sui social insulti contro la mamma
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La donna ha trascorso la sua prima notte nel carcere Lorusso e Cotugno

La rete si è scaenata contro la giovane mamma, insulti e minacce di morte dopo l'accusa terribile di aver lanciato il corpicino di suo figlio dal balcone di via Turati. Migliaia di messaggi carichi di odio sono comparsi, da mercoledì mattina, sul profilo Facebook di Valentina Ventura, la donna di 34 anni accusata di aver abbandonato il figlio appena partorito. Commenti che non hanno risparmiato neanche il suo compagno che martedì sera, di fronte agli inquirenti, aveva dichiarato di non essersi accorto della gravidanza della donna.
La rete si è scatenata contro la giovane mamma già dalle prime ore di mercoledì mattina quando è stato reso pubblico il suo nome in seguito allo stato di fermo con l'accusa di omicidio aggravato del piccolo Giovanni. E il fiume d'odio non si è ancora fermato. 
“Grazie a tutti per gli auguri”, scriveva il 7 marzo scorso, uno degli ultimi “post” visibili sul suo profilo. Contro la ex barista del Caffè Torino il popolo della rete si sta rendendo protagonista, in queste ore, di una campagna di odio fatta anche di minacce di morte. Valentina Ventura ha trascorso la sua prima notte nel carcere Lorusso e Cotugno dove è stata trasferita dopo una notte di ricovero all'ospedale Sant'Anna di Torino dove i medici hanno verificato le sue condizioni cliniche dopo il parto avvenuto in casa. 

Anche in questo senso il sindaco di Settimo aveva espresso il suo disappunto.

Ho letto sui social e ho sentito in giro frasi di odio e vendetta fuori controllo. Insulti e minacce. Capisco lo sgomento e la rabbia per una tragedia così drammatica e inspiegabile ma non possiamo e non dobbiamo farci guidare dagli istinti, abbiamo il dovere morale di andare più afondo, di interrogarci sul come sia stato possibile che succedesse una disgrazia così spaventosamente grande”, ha affermato Fabrizio Puppo nel tentativo di sensibilizzare sulla necessità di fermare quest'ondata di violenza virtuale; aggiungendo, “Non è con la sete di vendetta che cambieremo le cose o risolveremo i problemi; verranno i processi, le condanne, la giustizia farà il suo corso. Noi abbiamo un altro impegno come membri di questa comunità, dobbiamo far sì che la breve vita di questo bimbo non sia stata inutile, dobbiamo far in modo che drammi come questo si possano evitare”. 

 

E intanto prosegue il lungo via vai di persone comuni che si recano in via Turati per lasciare un fiore, un pupazzetto, un messaggio per il piccolo che ha commosso tutta Settimo. 

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