Bancarotta fraudolenta due arresti
L’indagine dunque nasce dal fallimento della fonderia milanese dichiarata insolvente nell’agosto 2017 dal Tribunale di Torino.
Bancarotta fraudolenta, due arresti della Guardia di Finanza di Torino.
Bancarotta fraudolenta
La Guardia di Finanza di Torino ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per cinque persone responsabili di concorso in bancarotta fraudolenta aggravata. Il tutto legato al fallimento di una fonderia di Trezzano sul Naviglio. Due gli arrestati, unno ai domiciliari e due obblighi di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.
I destinatari
I destinatari dunque sono tre imprenditori residenti tra Pavia, Milano e Novara e due professionisti. Uno un consulente fiscale di Crema, l'altro un avvocato catanese. Per quest’ultimo, posto agli arresti domiciliari, è stato applicato il divieto di esercitare la professione per dodici mesi.
La vicenda
L’indagine dunque nasce dal fallimento della fonderia milanese dichiarata insolvente nell’agosto 2017 dal Tribunale di Torino. L'amministratore, infatti, della società fallita, ora in carcere, era consapevole dello stato d’insolvenza. Aveva architettato un complesso schema di cessioni dei beni aziendali per distrarli dal patrimonio societario. Per impedire così le azioni di recupero dei creditori e del curatore. E al tempo stesso mantenerne la disponibilità, destinandoli a imprese intestate a suoi prestanome.
L'accusa
Secondo le ipotesi d’accusa, infatti, il meccanismo è stato reso possibile grazie all’opera, non solo di “consulenza”, dei due professionisti coinvolti. Uno è infatti subentrato nel ruolo di amministratore e poi liquidatore della fallita. L’altro dunque si è prestato a figurare come amministratore di una di due società croate, utilizzate per acquistare fittiziamente i beni aziendali della fonderia. Ed interporsi con altre aziende nazionali collegate ai responsabili. Gli elementi investigativi hanno permesso ai finanzieri di eseguire perquisizioni e recuperare i beni aziendali sottratti alla società di Trezzano. In quell’occasione, infatti, i militari hanno acquisito importanti conferme alle loro ipotesi investigative. Hanno trovato alcuni appunti dell’imprenditore e altri documenti di sorprendente valore confessorio. Questi descrivevano con esattezza le operazioni messe in atto.